Le azioni europee sono scese bruscamente venerdì, seguendo i ribassi notturni di Wall Street, a causa delle crescenti preoccupazioni per la salute finanziaria delle banche regionali statunitensi. Gli investitori attendono inoltre la pubblicazione dei dati chiave sull’inflazione dell’eurozona.
Alle 07:10 GMT, l’indice DAX in Germania è sceso del 2%, il CAC 40 in Francia ha perso l’1,1% e il FTSE 100 nel Regno Unito è arretrato dell’1,5%.
I mercati statunitensi hanno chiuso in ribasso giovedì, appesantiti da un forte calo dei titoli bancari a fine seduta. Il Dow Jones Industrial Average ha perso oltre 300 punti (-0,7%), mentre S&P 500 e NASDAQ Composite sono scesi rispettivamente dello 0,6% e dello 0,5%.
Settore bancario sotto pressione
Il settore bancario europeo è tornato sotto i riflettori dopo che Zions Bancorporation (NASDAQ:ZION), Jefferies Financial Group (NYSE:JEF) e Western Alliance Bancorporation (NYSE:WAL) hanno rivelato giovedì una serie di prestiti problematici, alimentando i timori legati al rischio di credito.
Il sistema bancario regionale statunitense ha già registrato diversi fallimenti di rilievo dal 2023, e gli ultimi sviluppi hanno nuovamente sollevato dubbi sulla sua solidità. Altri istituti, tra cui Comerica (NYSE:CMA) e Fifth Third Bancorp (NASDAQ:FITB), pubblicheranno i risultati trimestrali nel corso della giornata.
In Europa, Norion Bank ha registrato un aumento del 10% dell’utile netto nel terzo trimestre e ha annunciato un nuovo programma di riacquisto di azioni proprie.
Inflazione dell’eurozona attesa
Gli investitori attendono ora la conferma dei dati di settembre sull’inflazione dell’eurozona, prevista al 2,2% su base annua, in linea con la stima preliminare e leggermente al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla European Central Bank.
La BCE ha tagliato i tassi di interesse di due punti percentuali tra il 2023 e giugno 2025, ma da allora è rimasta ferma, sostenendo che l’inflazione è ormai vicina al target. Gli analisti si aspettano ampiamente che i tassi restino invariati nella prossima riunione di fine mese.
Tensioni politiche in Francia
La scena politica francese resta tesa dopo che il primo ministro Sébastien Lecornu è sopravvissuto a due mozioni di sfiducia giovedì, riducendo il rischio di elezioni anticipate ma indebolendo il governo del presidente Emmanuel Macron. Per evitare una crisi politica, Macron ha rinviato la sua riforma economica di punta fino a dopo le presidenziali del 2027.
Secondo i revisori dei conti, il rinvio potrebbe generare un buco di 13 miliardi di euro all’anno nei conti pubblici entro il 2035, se non verranno adottate nuove misure.
Notizie societarie
Sul fronte aziendale, Pearson PLC (LSE:PSON) ha registrato una crescita delle vendite del 4% nel terzo trimestre, portando l’aumento da inizio anno al 2%. L’azienda prevede un quarto trimestre più solido grazie a una domanda favorevole e alla crescita delle offerte digitali.
Volvo Group (BIT:1VOLC) ha riportato utili operativi in linea con le attese, sebbene la domanda più debole nelle Americhe abbia pesato sui risultati.
Hermès (EU:RMS) ha confermato l’uscita di Véronique Nichanian, direttrice artistica della moda maschile, dopo 37 anni nella maison. Inoltre, Bild ha riferito che il consiglio di sorveglianza di Porsche AG (TG:PAH3) ha trovato un successore per l’amministratore delegato Oliver Blume.
Prezzi del petrolio in calo con le prospettive di colloqui di pace
I prezzi del greggio sono scesi venerdì dopo che il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin hanno concordato un incontro per discutere una possibile soluzione al conflitto in Ucraina.
I future sul Brent Crude sono scesi dello 0,8% a 60,60 dollari al barile, mentre quelli sul West Texas Intermediate hanno perso lo 0,8% a 57,01 dollari. Entrambi i contratti sono in calo di quasi il 3% su base settimanale, toccando i minimi da inizio maggio, mentre la prospettiva di un vertice di pace a Budapest ha aumentato la pressione ribassista.
Le preoccupazioni per la domanda debole, un possibile eccesso di offerta e l’aumento delle scorte statunitensi continuano a pesare sul mercato petrolifero.
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