L’oro scende mentre si allentano le tensioni geopolitiche; attenzione ai dati sull’inflazione USA

I prezzi dell’oro sono calati lunedì, mentre le tensioni geopolitiche si sono allentate e gli investitori hanno rivolto l’attenzione ai prossimi dati sull’inflazione negli Stati Uniti.

Alle 04:30 ET (08:30 GMT), l’oro spot è sceso dell’1% a 3.365,26 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro con scadenza a dicembre sono diminuiti del 2,1% a 3.419,90 dollari l’oncia.

Tensioni in calo in vista dei colloqui di pace sull’Ucraina

L’oro ha continuato a scendere lunedì, prolungando le perdite della scorsa settimana, in attesa dell’incontro previsto per il 15 agosto tra il presidente USA Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin in Alaska, con l’obiettivo di porre fine alla guerra in Ucraina. La scadenza del termine fissato da Trump per nuove sanzioni contro la Russia ha contribuito a ridurre la domanda di beni rifugio.

“Ma con la Russia che chiede all’Ucraina di cedere territori occupati per porre fine alla guerra, è difficile prevedere una soluzione rapida,” hanno affermato gli analisti di ING in una nota. “È improbabile che l’Ucraina accetti di rinunciare al proprio territorio.”

Dati chiave sull’inflazione USA in arrivo

Ora l’attenzione è rivolta ai dati sull’inflazione statunitense, con l’indice dei prezzi al consumo (CPI) di luglio in uscita martedì e l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) previsto per la fine della settimana. Questi dati saranno fondamentali per gli operatori che valutano la politica della Federal Reserve, specialmente con il mercato che scommette su una probabilità del 90% di un taglio dei tassi a settembre, dopo i deludenti dati sull’occupazione di inizio mese.

La tregua tariffaria tra USA e Cina, che ha impedito l’escalation dei dazi, scade il 12 agosto. Gli investitori sperano in un’estensione, ma l’incertezza persiste.

La decisione sui dazi alle importazioni di oro scuote il mercato

La scorsa settimana i futures sull’oro hanno raggiunto un massimo storico sopra i 3.530 dollari l’oncia dopo che l’U.S. Customs and Border Protection ha stabilito che le barre d’oro standard da 1 chilogrammo e 100 once sarebbero soggette a dazi all’importazione. Questo ha causato interruzioni nelle forniture, con alcuni raffinatori svizzeri che hanno sospeso le spedizioni verso gli Stati Uniti, ha riportato Reuters.

I gruppi industriali hanno avvertito che i dazi potrebbero danneggiare il commercio globale dell’oro, in particolare dalla Svizzera, principale centro di raffinazione.

“Tuttavia, ora la situazione si è calmata, con notizie secondo cui la Casa Bianca chiarirà la questione con un ordine esecutivo, in seguito a indicazioni che le importazioni di barre d’oro non saranno soggette a dazi,” hanno aggiunto gli analisti di ING.

Altri metalli preziosi in calo

Nel frattempo, i futures sul platino sono diminuiti dello 0,7% a 1.330,80 dollari l’oncia, mentre i futures sull’argento sono scesi dell’1,4% a 37,990 dollari l’oncia. Anche i contratti sul rame si sono indeboliti, con i futures della London Metal Exchange in calo dello 0,1% a 9.751,50 dollari la tonnellata e i futures statunitensi scesi dello 0,5% a 4,4485 dollari la libbra.

Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

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