I prezzi del petrolio sono calati all’inizio degli scambi asiatici di lunedì dopo che l’OPEC+ ha confermato un nuovo aumento della produzione per settembre, alimentando timori di eccesso di offerta in un contesto di domanda debole negli Stati Uniti e tensioni commerciali globali.
Il calo ha seguito le perdite di venerdì, innescate da dati deludenti sul mercato del lavoro statunitense che hanno evidenziato segnali di rallentamento nella principale economia consumatrice di petrolio. Intanto, i nuovi dazi annunciati dal presidente Donald Trump su almeno 70 paesi hanno aumentato l’incertezza sui mercati.
Alle 01:40 GMT, i future sul Brent per consegna a settembre scendevano dello 0,5% a 69,35 dollari al barile, mentre il WTI perdeva lo 0,3% a 65,90 dollari.
Tuttavia, entrambi i benchmark avevano registrato lievi guadagni la settimana precedente, sostenuti dai rischi geopolitici legati alle possibili nuove sanzioni statunitensi sul greggio russo.
OPEC+ conferma l’aumento di produzione per settembre
Domenica, l’OPEC e i suoi alleati hanno concordato un aumento della produzione collettiva di 547.000 barili al giorno per settembre, in linea con l’aumento di agosto e segnando il sesto incremento mensile consecutivo. Si tratta di una graduale normalizzazione dopo i tagli attuati durante la pandemia.
L’incremento di luglio, pari a 411.000 barili al giorno, riflette anch’esso il percorso verso il ripristino dei livelli pre-crisi. Tuttavia, il mercato teme che questi volumi aggiuntivi possano superare la domanda, con conseguente pressione sui prezzi.
Dati deboli dagli USA alimentano i timori sulla domanda
Ulteriori pressioni sono arrivate dai dati macroeconomici statunitensi. Il rapporto di venerdì sull’occupazione ha mostrato solo 73.000 nuovi posti di lavoro a luglio, ben al di sotto delle attese, con significative revisioni al ribasso per i mesi precedenti.
Anche i timori legati alla politica commerciale di Trump hanno pesato. Molti dei nuovi dazi entreranno presto in vigore, con possibili effetti negativi sul commercio globale e sull’attività industriale — entrambi motori fondamentali della domanda di energia.
Indici PMI più deboli suggeriscono inoltre un rallentamento dell’attività economica negli Stati Uniti, scenario che potrebbe frenare ulteriormente i consumi energetici.
Nonostante ciò, alcuni sviluppi geopolitici hanno offerto sostegno ai prezzi. Trump ha minacciato nuovi dazi contro i principali acquirenti di petrolio russo, tra cui Cina e India, e ha lasciato intendere possibili azioni più dure contro Mosca per la guerra in Ucraina.
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