L’oro rimbalza dai minimi mensili mentre crescono le tensioni commerciali; il rame USA crolla

I prezzi dell’oro si sono ripresi durante la sessione asiatica di giovedì, risalendo dai minimi di un mese, poiché gli investitori hanno cercato rifugio dalle crescenti tensioni commerciali legate alle imminenti tariffe USA. L’ansia crescente, in vista della scadenza del 1° agosto fissata dal presidente Donald Trump per l’introduzione di nuovi dazi, ha riacceso l’interesse per il metallo prezioso.

Tuttavia, il rialzo dell’oro è stato contenuto dalla decisione della Federal Reserve di mantenere invariati i tassi d’interesse e dall’indicazione che un taglio a settembre è improbabile.

L’oro spot è salito dello 0,8% a 3.301,21 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro sono rimasti stabili a 3.352,70 dollari l’oncia alle 02:08 ET (06:08 GMT). I prezzi erano scesi all’inizio della settimana dopo i segnali restrittivi della Fed, nonostante le critiche pubbliche di Trump.

L’oro si rafforza con l’avvicinarsi delle tariffe

L’imminente introduzione delle nuove tariffe USA, con una serie di dazi annunciati mercoledì da Trump, ha influenzato fortemente il sentiment dei mercati. Il presidente ha reso noto un accordo commerciale con la Corea del Sud che prevede un dazio del 15%. L’India, che non ha ancora raggiunto un’intesa, dovrà affrontare un dazio del 25% sulle esportazioni verso gli Stati Uniti a partire da venerdì. I prodotti brasiliani saranno soggetti a tariffe fino al 50%.

Secondo un rapporto di Politico, “Trump firmerà giovedì ordini esecutivi che impongono dazi più alti ai paesi che non hanno raggiunto accordi commerciali”.

L’incertezza crescente sulle politiche commerciali ha spinto nuovamente gli investitori verso beni rifugio come l’oro, recuperando parte delle perdite precedenti. Inizio settimana, segni di progresso con l’UE e il Giappone avevano temporaneamente allentato le tensioni.

La Fed lascia i tassi invariati, ridotte le attese di tagli

La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi d’interesse al 4,25%–4,50% con un voto di 9 a 2. Il presidente Jerome Powell non ha indicato alcuna tempistica per una possibile riduzione, deludendo le aspettative dei mercati.

Sono emerse divisioni all’interno della Fed, con i governatori Michelle Bowman e Christopher Waller — entrambi favorevoli a un taglio — che hanno espresso preoccupazioni per un possibile rallentamento del mercato del lavoro.

L’assenza di misure di stimolo a breve termine ha limitato il rialzo dell’oro, poiché il metallo non offre rendimento e diventa meno interessante in un contesto di tassi elevati.

Il rame crolla dopo l’esclusione dalla tariffa USA del 50%

I prezzi del rame negli Stati Uniti sono crollati mercoledì dopo che Trump ha escluso a sorpresa il metallo raffinato dalla tariffa del 50% sulle importazioni. I futures del rame a Londra sono scesi dello 0,3% a 9.683,15 dollari a tonnellata, mentre quelli USA hanno registrato un calo più marcato del 4,2% a 4,43 dollari per libbra.

L’esclusione ha provocato un calo del 19% nei futures sul rame USA — la più grande perdita intraday mai registrata.

Dal 1° agosto, la tariffa del 50% si applicherà a semilavorati in rame e prodotti ricchi di rame, ma non a minerali, concentrati o catodi raffinati.

“Le prime ipotesi di Trump su una tariffa sulle importazioni di rame risalgono a gennaio e hanno scatenato spedizioni record del metallo verso i porti americani,” hanno affermato gli analisti di ING.
“Ora c’è un eccesso di scorte negli Stati Uniti, e quelle riserve potrebbero essere riesportate,” hanno aggiunto.

Altri metalli: andamenti contrastanti

I futures sul platino sono saliti dell’1,8% a 1.339,05 dollari l’oncia, mentre quelli sull’argento sono scesi dell’1,4% a 37,218 dollari.

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