I prezzi del petrolio sono leggermente diminuiti nella sessione asiatica di venerdì, in attesa di segnali dalla prossima riunione dell’OPEC+, mentre nuove sanzioni statunitensi contro l’Iran hanno contribuito a limitare ulteriori ribassi.
Il Brent con consegna a settembre è sceso dello 0,2% a 68,66 dollari al barile, mentre il WTI ha registrato un calo analogo a 65,51 dollari. Nonostante il lieve calo, entrambi i contratti sono in rialzo dell’1–2% su base settimanale, anche se restano sotto pressione dopo le forti perdite della settimana precedente.
Un dollaro USA più forte, sostenuto da dati positivi sull’occupazione, ha messo sotto pressione il petrolio, riducendo le probabilità di un imminente taglio dei tassi. Gli investitori restano cauti anche per le prospettive economiche americane, dopo l’approvazione di una controversa legge fiscale e l’avvicinarsi del termine del 9 luglio per l’introduzione di nuove tariffe commerciali.
OPEC+ valuta un nuovo aumento della produzione
L’attenzione si concentra ora sulla riunione dell’OPEC+ prevista per il fine settimana, dove l’alleanza starebbe valutando un ulteriore aumento della produzione di 411.000 barili al giorno per il mese di agosto. Sarebbe il quarto rialzo mensile consecutivo, nell’ambito della graduale eliminazione dei tagli produttivi decisi durante la crisi del mercato petrolifero.
Guidata dall’Arabia Saudita, l’OPEC+ sta anche rafforzando le misure contro i membri che superano le quote assegnate. Queste mosse rispondono anche alle pressioni degli Stati Uniti per contenere i prezzi dell’energia. Dopo aver toccato i massimi del 2025 a giugno durante il conflitto Israele-Iran, i prezzi del petrolio sono scesi sotto i 70 dollari grazie a una riduzione delle tensioni geopolitiche.
Nuove sanzioni USA contro l’export petrolifero iraniano
Intanto, il Dipartimento del Tesoro statunitense ha annunciato nuove sanzioni contro una rete di contrabbando collegata alle esportazioni iraniane. Il gruppo, guidato dal cittadino iracheno-britannico Salim Ahmed Said, avrebbe commercializzato petrolio iraniano facendolo passare per greggio iracheno.
Le misure mirano a ridurre i proventi petroliferi dell’Iran e aumentare la pressione sul programma nucleare di Teheran. Le tensioni sono aumentate dopo che gli USA hanno colpito diversi siti nucleari iraniani a fine giugno, spingendo l’Iran a sospendere la cooperazione con l’Agenzia Atomica dell’ONU. Tuttavia, i colloqui diplomatici proseguono e nuovi negoziati nucleari sono previsti a Oslo la prossima settimana, secondo quanto riferito da Axios.
Leave a Reply