Le azioni USA arretrano dai massimi storici mentre crescono le attenzioni su accordi commerciali e dati sul lavoro

I mercati azionari statunitensi hanno leggermente ceduto martedì, allontanandosi dai recenti massimi storici mentre gli investitori valutavano gli sviluppi nelle negoziazioni commerciali e nelle politiche fiscali, in attesa dei dati chiave sul mercato del lavoro previsti per questa settimana.

Alle 9:32 ET, il Dow Jones Industrial Average era in calo di 33 punti (0,1%), l’S&P 500 è sceso di 16 punti (0,3%) e il NASDAQ Composite ha perso 100 punti (0,5%).

Il giorno precedente, sia l’S&P 500 che il NASDAQ avevano chiuso ai massimi storici, sostenuti dall’ottimismo per l’allentamento delle tensioni commerciali e dalle crescenti aspettative di tagli ai tassi d’interesse da parte della Federal Reserve.

Accordi commerciali sotto i riflettori

L’annuncio recente di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, insieme alla decisione last minute del Canada di ritirare la tassa sui servizi digitali alle aziende tecnologiche, ha alimentato la speranza che diversi accordi commerciali possano essere finalizzati prima della scadenza del 9 luglio stabilita dal Presidente Trump.

Le trattative con il Giappone restano comunque complicate. Secondo il Financial Times, che cita fonti vicine alle discussioni, i funzionari commerciali statunitensi ora si concentrano su “accordi di principio” su questioni più limitate con alcuni paesi, cercando di ottenere progressi rapidi prima della scadenza del 9 luglio, quando sono previsti dazi reciproci elevati.

Questo approccio rappresenta un ridimensionamento rispetto all’obiettivo iniziale di Trump di negoziare 90 accordi commerciali completi entro la pausa tariffaria di 90 giorni iniziata il 2 aprile. Sebbene tali accordi più ristretti possano proteggere alcuni paesi dai dazi più severi, rimarrebbe in vigore un dazio base del 10% mentre proseguono le trattative su questioni più ampie. Secondo alcune fonti, l’amministrazione sta anche valutando dazi su settori chiave oltre a questa strategia graduale.

Trump riaccende le critiche al presidente della Fed Powell

Dopo i dati sull’inflazione più deboli del previsto della scorsa settimana, le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve sono aumentate, sostenendo i mercati azionari.

Dopo l’ultima riunione di due giorni, la Fed ha mantenuto i tassi tra il 4,25% e il 4,5%. Il presidente Jerome Powell ha adottato un atteggiamento prudente di attesa, in un clima di incertezza sull’impatto delle politiche tariffarie aggressive di Trump sull’economia.

Questo approccio ha irritato Trump, che ha intensificato le critiche a Powell lunedì, inviandogli una nota scritta a mano in cui lo accusava di essere “come al solito, troppo lento” a ridurre i tassi.

Trump ha pubblicato la lettera sui social media insieme a un grafico che mostra i tassi delle banche centrali nel mondo. Ha esortato Powell a tagliare i costi di finanziamento “di molto,” sostenendo che “centinaia di miliardi” vengono “persi.” Trump ha aggiunto che gli Stati Uniti dovrebbero pagare “l’1% di interesse o meno.”

Si parla di una possibile nomina di un successore di Powell da parte di Trump entro la fine dell’anno, che potrebbe creare una figura di presidente “ombra” della Fed, indebolendo così l’influenza di Powell sulle decisioni di politica monetaria.

I mercati ora valutano oltre il 90% la probabilità di un taglio dei tassi a settembre. Gli investitori seguiranno con attenzione i dati economici in arrivo, in particolare il rapporto ufficiale sull’occupazione di giovedì, oltre ai dati su offerte di lavoro e PMI manifatturiero.

I repubblicani del Senato spingono il dibattito sulla legge fiscale

Il Senato ha approvato con stretta maggioranza (51–49) un voto procedurale sabato per iniziare il dibattito sul “One Big Beautiful Bill” di Trump, che include tagli fiscali, riforme della spesa interna e misure per la sicurezza delle frontiere.

Il Congressional Budget Office ha pubblicato una nuova stima domenica, secondo cui la versione del Senato aggiungerebbe circa 3,3 trilioni di dollari al deficit federale nei prossimi dieci anni.

I repubblicani puntano a completare il processo prima delle vacanze del 4 luglio.

Il disegno di legge propone un aumento del tetto del debito di 5 trilioni di dollari, un trilione in più rispetto alla versione della Camera, ma il mancato passaggio potrebbe portare il Tesoro vicino a una scadenza di default quest’estate.

Azioni Tesla in calo per la disputa Trump-Musk

Le azioni Tesla (NASDAQ: TSLA) hanno registrato un forte calo dopo che Trump ha intensificato la sua disputa pubblica con il CEO Elon Musk. Trump ha accusato Musk di beneficiare eccessivamente di sussidi governativi e ha chiesto una revisione del sostegno federale a Tesla.

Su Truth Social, Trump ha suggerito che il Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE) indaghi sui sussidi a Tesla, avvertendo che “Elon potrebbe ricevere più sussidi di qualsiasi essere umano nella storia.”

Ha aggiunto: “Senza i sussidi, Elon probabilmente dovrebbe chiudere e tornare in Sudafrica.”

Il conflitto deriva in gran parte dall’opposizione di Musk al progetto di legge fiscale e di spesa supportato da Trump e attualmente in esame al Senato.

Prezzi del petrolio rimbalzano dopo minimi di tre settimane

I prezzi del petrolio sono saliti leggermente martedì dopo aver toccato un minimo di tre settimane in precedenza. Il rimbalzo è arrivato in seguito all’allentamento delle preoccupazioni sull’offerta e alle aspettative di un aumento della produzione da parte di OPEC+.

Alle 9:32 ET, i future sul Brent sono saliti dello 0,4% a 67,10 dollari al barile, recuperando dal minimo toccato dall’11 giugno, poco prima dell’escalation del conflitto Israele-Iran. I future sul West Texas Intermediate sono cresciuti dello 0,7% a 65,54 dollari al barile.

OPEC+ si riunirà il 6 luglio. Reuters ha riferito la scorsa settimana che il gruppo prevede di aumentare la produzione di 411.000 barili al giorno ad agosto, dopo incrementi simili a maggio, giugno e luglio.

Questo porterebbe l’aumento totale dell’offerta per il 2025 a 1,78 milioni di barili al giorno, anche se rimane inferiore ai tagli alla produzione imposti da OPEC+ negli ultimi due anni.

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