Borsa di Milano in rialzo grazie alla tregua tra Iran e Israele; Stellantis e Ferrari guidano i guadagni

La Borsa di Milano ha aperto la seduta in rialzo, seguendo l’andamento positivo del resto dei mercati europei, sostenuta da un clima di cauto ottimismo dopo la recente tregua tra Iran e Israele. Sebbene gli investitori riconoscano che la tregua potrebbe essere fragile, la sua stabilità attuale ha migliorato il sentiment sui mercati del continente.

Alle 9:40, l’indice FTSE MIB segnava un progresso dello 0,24%, confermando lo slancio di una forte seduta di Wall Street e della salita del mercato di Tokyo a livelli massimi da quattro mesi registrata in mattinata.

In apertura spiccano i titoli del settore automotive. Stellantis (BIT:STLAM) ha guadagnato il 3,7% dopo che Jefferies ha promosso il titolo a “buy”, segnalando una rinnovata fiducia nei piani di rilancio del gruppo. Ferrari (BIT:RACE) ha seguito un andamento simile, sostenuta dai commenti positivi durante la call con gli analisti in vista dei risultati del secondo trimestre.

I titoli industriali hanno registrato un modesto acquisto, mentre il settore bancario ha mostrato un leggero arretramento dopo i forti guadagni di ieri. Monte dei Paschi (MPS) (BIT:BMPS) è sceso dello 0,5% dopo aver guadagnato il 7% il giorno precedente, nonostante l’approvazione da parte della Banca Centrale Europea all’offerta per l’acquisizione di una quota di controllo in Mediobanca (BIT: MB), che si è mantenuta stabile nelle prime fasi di contrattazione.

Nel comparto bancario, UniCredit (BIT:UCG), Banco BPM (BIT:BAMI) e BPER (BIT:EMI) hanno perso circa l’1%, influenzate dalle speculazioni sulle operazioni di M&A. Al contrario, Illimity è salita del 4,6% dopo l’annuncio di Banca Ifis di una maggiorazione in contanti del 5% nell’offerta per rilevare la totalità delle azioni Illimity, subordinata al raggiungimento di oltre il 90% del capitale.

Tra le società a minore capitalizzazione, Multiply ha ceduto oltre il 6%, adeguandosi al prezzo di collocamento delle azioni proprie che la società deteneva nel portafoglio, pari al 2,5% del capitale.

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