Le Borse europee scendono tra le crescenti tensioni in Medio Oriente mentre inizia la riunione della Fed

I mercati azionari europei sono scesi bruscamente martedì, scossi dall’escalation della violenza tra Israele e Iran proprio mentre la Federal Reserve ha dato il via alla sua riunione di politica monetaria di due giorni.

Alle 09:05 CET, il DAX tedesco era in calo dell’1%, il CAC 40 francese perdeva lo 0,8% e il FTSE 100 britannico scendeva dello 0,5%, riflettendo la crescente preoccupazione degli investitori per il potenziale impatto destabilizzante del conflitto sui mercati globali.

Il conflitto Israele-Iran accresce la cautela degli investitori

Le ostilità in corso tra Israele e Iran, ora al quinto giorno, hanno oscurato il sentiment di mercato. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha intensificato le preoccupazioni invitando i civili iraniani a evacuare Teheran e abbandonando improvvisamente la sua partecipazione al vertice del G7. Tuttavia, funzionari della Casa Bianca hanno prontamente rassicurato che gli Stati Uniti non intendono partecipare direttamente al conflitto.

Nel frattempo, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha dichiarato a Fox News che, sebbene Trump cerchi un accordo diplomatico con l’Iran sul suo programma nucleare, gli Stati Uniti restano determinati a proteggere i propri interessi nella regione.

I Paesi del G7 sostengono Israele

Il gruppo G7, che riunisce le principali nazioni industrializzate, ha rilasciato una dichiarazione a sostegno di Israele, identificando l’Iran come una forza destabilizzante in Medio Oriente. In questo contesto di tensione, Trump e il primo ministro britannico Keir Starmer hanno annunciato la finalizzazione di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito, riguardante settori come le tariffe automobilistiche e l’aerospaziale, sebbene i dettagli dell’intesa non siano stati resi noti.

Attesa per la riunione della Federal Reserve

Gli investitori stanno seguendo con attenzione la riunione della Federal Reserve, in cui i tassi d’interesse dovrebbero rimanere invariati tra il 4,25% e il 4,50%. Il mercato spera in indicazioni su eventuali tagli futuri o sulla possibilità che le incertezze commerciali legate all’amministrazione Trump mantengano la politica monetaria in una posizione di attesa.

In precedenza, martedì, la Banca del Giappone ha mantenuto invariati i tassi di interesse e si è impegnata a continuare l’acquisto di titoli di stato per i prossimi due anni, pur prevedendo un rallentamento del ritmo di acquisto a partire dal 2026. Anche altre banche centrali, tra cui la Bank of England, la Norges Bank, la Riksbank e la Banca nazionale svizzera, hanno decisioni politiche in programma questa settimana.

Renault affronta un cambio al vertice

Tra le notizie societarie, spicca la ricerca di un nuovo CEO da parte di Renault, dopo le dimissioni inattese di Luca de Meo. Le azioni Renault sono crollate fino all’8% lunedì, registrando il peggior calo giornaliero dal febbraio 2022. Secondo voci interne, tra i candidati alla successione ci sarebbero Denis Le Vot, veterano del gruppo Renault, e Maxime Picat di Stellantis.

Prezzi del petrolio stabili nonostante il conflitto

I mercati petroliferi si sono stabilizzati martedì dopo una precedente fase di volatilità causata dalle preoccupazioni per eventuali interruzioni dell’offerta in Medio Oriente. Alle 09:05 CET, i futures sul Brent sono aumentati dello 0,1% a 73,27 dollari al barile, mentre i futures sul WTI (West Texas Intermediate) hanno guadagnato anch’essi lo 0,1%, raggiungendo i 70,30 dollari al barile. I prezzi erano scesi di oltre l’1% lunedì nella speranza di una de-escalation, ma sono poi risaliti in seguito all’invito di Trump a evacuare Teheran.

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