Prezzi del petrolio in aumento a causa delle crescenti tensioni tra Israele e Iran e preoccupazioni sull’approvvigionamento

I prezzi del petrolio hanno guadagnato terreno durante la sessione asiatica di lunedì, continuando una recente tendenza al rialzo alimentata dalle crescenti paure di interruzioni nell’approvvigionamento, mentre le ostilità tra Israele e Iran in Medio Oriente si intensificano.

Nonostante i rialzi, i prezzi sono rimasti sotto il picco raggiunto venerdì, dopo i primi attacchi di Israele contro obiettivi iraniani. Tehran ha risposto nel weekend con attacchi missilistici contro città israeliane.

Alle 21:01 ET (01:01 GMT), i futures sul Brent con consegna ad agosto sono saliti dello 0,5% a 74,59 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) è aumentato dello 0,6% a 71,66 dollari al barile.

Il conflitto si intensifica; il ruolo degli Stati Uniti sotto esame

Nel weekend si è assistito a un rapido scambio di attacchi tra Israele e Iran, con entrambe le parti poco disposte a ridurre la tensione. Gli attacchi di venerdì di Israele hanno colpito anche strutture nucleari iraniane, scatenando lanci di missili in risposta contro grandi centri urbani israeliani, tra cui Tel Aviv.

L’escalation ha aumentato le aspettative di nuove sanzioni più dure contro le esportazioni di petrolio iraniano e ha fatto crescere le preoccupazioni per possibili interruzioni nello Stretto di Hormuz, una rotta di navigazione cruciale per le spedizioni di petrolio verso Asia ed Europa.

Ora l’attenzione si sposta sulla possibile implicazione degli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha indicato che sono in corso sforzi per un cessate il fuoco, ma ha suggerito che le due nazioni potrebbero dover “combattere fino in fondo” prima di arrivare a una soluzione. Ha anche lanciato avvertimenti all’Iran di non prendere di mira asset americani nella regione.

Il conflitto ha portato l’Iran a ritirarsi dai negoziati nucleari con gli USA previsti per il weekend.

Banche centrali sotto i riflettori in un contesto di rischi geopolitici

Mentre le tensioni in Medio Oriente dominano le dinamiche a breve termine del mercato petrolifero, questa settimana sarà ricca di importanti riunioni delle banche centrali a livello globale.

La Banca del Giappone annuncerà la sua decisione martedì, con attese per il mantenimento dei tassi d’interesse stabili, e gli investitori saranno molto attenti a qualsiasi nuovo orientamento economico.

La Federal Reserve americana manterrà probabilmente i tassi invariati mercoledì, con il mercato desideroso di capire se la Fed darà segnali di ulteriori tagli ai tassi in un contesto di inflazione in rallentamento e rallentamento economico.

Più avanti nella settimana, la banca centrale cinese fisserà il suo tasso di riferimento per i prestiti, mentre la Banca Nazionale Svizzera e la Banca d’Inghilterra si preparano ad annunciare le loro decisioni di politica monetaria.

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