I futures sulle azioni statunitensi sono scesi giovedì mattina, mentre gli investitori valutavano segnali contrastanti sulla politica commerciale, l’aumento del rischio geopolitico e attendevano nuovi dati sull’inflazione. Il presidente Donald Trump ha suggerito una certa flessibilità nei tempi previsti per i suoi dazi programmati, mentre permangono preoccupazioni per le crescenti tensioni in Medio Oriente.
Futures indicano un avvio fiacco
Alle 03:37 ET, 07:37 GMT, i futures sul Dow Jones segnavano -106 punti (-0,3%), quelli sull’S&P 500 -13 punti (-0,2%) e sul Nasdaq 100 -48 punti (-0,2%). Questo segue una seduta moderata di mercoledì, con il Dow stabile e S&P 500 e Nasdaq leggermente in calo.
I mercati hanno reagito con cautela al dato dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) di maggio, più debole del previsto, mentre gli investitori ne valutavano le implicazioni per la politica della Fed e la dinamica economica.
I negoziati commerciali restano un fattore di rischio
L’ottimismo su un accordo commerciale tra USA e Cina è mitigato dalla mancanza di dettagli concreti. Pur definendo l’accordo quadro “ottimo”, Trump ha suscitato scetticismo tra gli analisti sulla durata della tregua, soprattutto con le restrizioni ancora vigenti sulle esportazioni di chip per l’intelligenza artificiale.
A complicare l’incertezza, Trump ha annunciato l’intenzione di inviare lettere a decine di Paesi con proposte di accordi commerciali. Sono in corso trattative con 17 nazioni, ma finora solo il Regno Unito ha concluso un’intesa. Il presidente ha lasciato aperta la possibilità di estendere la sospensione dei dazi attuale, che scade l’8 luglio, ma senza certezze.
Focus sull’inflazione: attesi i dati PPI
L’attenzione si sposta ora sull’indice dei prezzi alla produzione (PPI) di maggio, in uscita oggi. Gli economisti prevedono un aumento mensile modesto dello 0,2%, invertendo il calo dello 0,5% di aprile. Su base annua, il PPI dovrebbe accelerare al 2,6% dal 2,4%.
Il forte calo dei prezzi all’ingrosso dei servizi, soprattutto nel turismo e nell’ospitalità, ad aprile è stato il più marcato dal 2009. Gli analisti suggeriscono che la diminuzione del turismo rifletta un crescente timore per la direzione della politica internazionale di Trump.
Poiché componenti come alloggi, tariffe aeree e servizi finanziari influenzano il parametro di inflazione preferito dalla Fed, i dati di oggi potrebbero incidere sulle aspettative sui tassi per la seconda metà dell’anno.
Oracle alza le previsioni e vola nel trading after-hours
Oracle Corporation (NYSE:ORCL) è salita nel trading after-hours dopo aver rivisto al rialzo la guidance sui ricavi per l’intero anno. L’azienda tecnologica ora prevede che i ricavi fiscali 2026 supereranno i 67 miliardi di dollari, rispetto alla precedente stima di una crescita annua del 15%, ora quasi al 17%.
La CEO Safra Catz ha citato la forte domanda per i servizi cloud e le soluzioni di infrastruttura AI di Oracle come principali driver di crescita. La società prevede che i ricavi legati al cloud, comprese applicazioni e infrastruttura, cresceranno di oltre il 40% nel 2026, in forte aumento rispetto al 24% dell’anno scorso.
Gli analisti hanno accolto positivamente le previsioni ottimistiche, ma hanno sottolineato che soddisfare una domanda così elevata richiederà ingenti investimenti, potenzialmente a discapito della liquidità.
Prezzi del petrolio in calo per le tensioni geopolitiche
I prezzi del greggio sono scivolati giovedì mattina, riducendo parte dei guadagni di mercoledì. Il Brent è sceso dell’1,3% a 68,89 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate è calato dell’1,2% a 67,33 dollari.
Il rally del 4% di mercoledì era stato alimentato dai progressi nei negoziati commerciali USA-Cina e dall’aumento del rischio geopolitico in Medio Oriente. Gli investitori restano tesi dopo che gli Stati Uniti hanno autorizzato la partenza volontaria delle famiglie militari dalla regione, in un contesto di timori per un’escalation del conflitto con l’Iran.
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