Le borse europee salgono in attesa dei dati PMI; l’attenzione resta sui negoziati commerciali

Gli indici azionari europei sono leggermente saliti mercoledì, in attesa dei dati sulla produzione manifatturiera della regione. Tuttavia, gli investitori rimangono cauti a causa dell’incertezza legata ai negoziati commerciali e in vista della prossima riunione della Banca Centrale Europea (BCE).

Alle ore 03:05 ET, l’indice DAX tedesco segnava un +0,7%, il CAC 40 francese era in aumento dello 0,4% e il FTSE 100 britannico registrava un rialzo dello 0,1%.

Incertezza sui negoziati commerciali

Le borse europee hanno seguito il trend positivo dei mercati asiatici, sostenute dalle speranze che un accordo commerciale possa ancora essere raggiunto durante l’incontro previsto questa settimana tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping.

Tuttavia, questi guadagni sono prudenti, poiché le tensioni commerciali restano elevate. Trump ha firmato un proclama che raddoppia le tariffe su acciaio e alluminio dal 25% al 50%, come aveva minacciato, con l’entrata in vigore delle nuove tariffe prevista per oggi.

Sempre oggi, Trump ha definito Xi Jinping “un negoziatore molto duro”, in riferimento all’attuale disputa tariffaria tra Stati Uniti e Cina.

“Mi piace il Presidente XI della Cina, mi è sempre piaciuto e mi piacerà sempre, ma è MOLTO DIFFICILE E ESTREMAMENTE COMPLICATO FARE UN ACCORDO CON LUI!!!”, ha scritto su Truth Social, il suo social network.

Oggi è anche il termine ultimo dato dagli Stati Uniti ai loro partner commerciali per presentare la loro “migliore offerta” ed evitare nuove tariffe punitive. Finora solo il Regno Unito ha raggiunto un accordo preliminare con gli USA, durante la sospensione di 90 giorni annunciata da Trump.

L’Unione Europea ha dichiarato all’inizio della settimana di non aver ancora ricevuto alcuna richiesta ufficiale da Washington per avviare i colloqui, una posizione confermata anche dal segretario del gabinetto giapponese Yoshimasa Hayashi mercoledì.

I dati PMI in arrivo prima della BCE

Il calendario economico europeo è focalizzato oggi sulla pubblicazione dei dati relativi all’attività manifatturiera nella regione, mentre gli investitori attendono la prossima riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea, prevista per giovedì.

Ci sono segnali di ripresa economica in Europa, sebbene da livelli molto bassi. L’inflazione al consumo nella zona euro è scesa all’1,9% lo scorso mese, il che dovrebbe lasciare margine alla BCE per un nuovo taglio dei tassi di interesse di un quarto di punto — il possibile ottavo taglio nell’ultimo anno.

Tuttavia, le prospettive della BCE restano incerte, anche a causa delle tariffe statunitensi e della confusione legale sulla loro legittimità, che rendono difficile valutare l’impatto sull’economia e sull’inflazione a lungo termine.

Remy Cointreau delude nei mercati chiave

Nel settore aziendale, il gruppo di alcolici Remy Cointreau (EU:RCO) ha riportato un calo dell’utile operativo organico annuale inferiore alle attese, riflettendo vendite deboli nei suoi mercati principali: Cina e Stati Uniti.

L’azienda francese ha inoltre ritirato le proprie linee guida a medio termine e ha annunciato che prevede una crescita delle vendite tra il basso e medio singolo-digit nel prossimo esercizio.

La Swedbank (BIT:1SWED), invece, ha confermato l’obiettivo di rendimento del capitale proprio di almeno il 15% per i prossimi anni, rinnovando il target fissato fino al 2025.

Airbus (EU:AIR) sarà sotto i riflettori dopo che Bloomberg ha riportato che la Cina sta valutando un grande ordine dall’azienda, che potrebbe essere finalizzato già il mese prossimo.

Prezzi del petrolio in calo dopo i recenti massimi

I prezzi del petrolio sono scesi mercoledì, dopo i rialzi di martedì che avevano spinto i due principali benchmark ai massimi delle ultime due settimane.

Alle 03:05 ET, i future sul Brent perdevano lo 0,3% a 65,41 dollari al barile, mentre quelli sul West Texas Intermediate (WTI) scendevano dello 0,4% a 61,18 dollari.

Martedì entrambi gli indici erano saliti di circa il 2%, trainati dai timori di interruzioni delle forniture a causa degli incendi in Canada e dalle aspettative che l’Iran respinga una proposta di accordo nucleare con gli Stati Uniti, cruciale per alleggerire le sanzioni su Teheran.

Nel frattempo, l’OPEC+ ha confermato che manterrà per luglio l’aumento della produzione a 411.000 barili al giorno, una cifra inferiore alle attese del mercato, contribuendo a limitare la pressione al ribasso sui prezzi, nonostante le preoccupazioni che la volatilità commerciale possa frenare la domanda globale.

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