I future azionari statunitensi si sono mossi perlopiù al rialzo giovedì, sostenuti dalle indicazioni positive arrivate dal produttore di semiconduttori Micron, anche se il sentiment resta cauto in vista della pubblicazione dei dati chiave sull’inflazione negli Stati Uniti. In Europa sono in programma diverse riunioni di politica monetaria, con la Bank of England attesa come l’unica a ridurre i tassi.
Micron sostiene i future, attesa per il CPI
I future di Wall Street hanno registrato moderati rialzi nelle prime ore di contrattazione, trainati dal comparto tecnologico dopo l’aggiornamento incoraggiante di Micron, mentre gli investitori restano prudenti in vista dei dati sui prezzi al consumo negli Stati Uniti.
Intorno alle 03:55 ET, i future sull’S&P 500 guadagnavano circa 18 punti, quelli sul Nasdaq 100 salivano di circa lo 0,6%, mentre i future sul Dow Jones cedevano lo 0,1%.
I risultati di Micron hanno contribuito a migliorare il clima di mercato dopo le recenti delusioni arrivate da Broadcom e Oracle. Nonostante ciò, il mercato azionario arriva da un’altra seduta negativa, con S&P 500 e Dow Jones che hanno registrato la quarta giornata consecutiva di ribassi.
Il Nasdaq Composite ha sottoperformato, perdendo l’1,8%, penalizzato dal forte calo di Oracle dopo che il Financial Times ha riportato il ritiro del principale investitore da un progetto di data center da 10 miliardi di dollari in Michigan.
L’attenzione degli operatori è ora rivolta ai dati sull’inflazione USA, considerati cruciali per valutare il percorso della politica monetaria della Federal Reserve nel 2026.
Riflettori sull’inflazione americana
I dati macroeconomici recenti indicano un rallentamento del mercato del lavoro statunitense, con l’ultimo rapporto sull’occupazione che ha mostrato un tasso di disoccupazione salito al 4,6%, massimo da oltre quattro anni.
Giovedì entra in scena il secondo pilastro del doppio mandato della Fed, con la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo. Sebbene i responsabili di politica monetaria abbiano recentemente dato maggiore peso alla dinamica occupazionale, il dato sull’inflazione resta centrale.
Sia il CPI complessivo sia quello core (al netto di alimentari ed energia) sono attesi al 3,0% su base annua, in linea con il dato di settembre. In generale, il percorso di discesa verso l’obiettivo del 2% della Fed appare bloccato da oltre un anno, con l’inflazione compresa tra il 2,3% e il 3,0%.
Micron segnala una domanda robusta di chip
Il sentiment di mercato era stato indebolito la scorsa settimana da aggiornamenti deludenti di diverse società legate all’intelligenza artificiale. Micron Technology ha contribuito a invertire la rotta, prevedendo risultati molto solidi per il secondo trimestre dopo la pubblicazione dei conti di mercoledì.
La società beneficia di una forte domanda proveniente dai data center, alimentata dagli investimenti dei grandi fornitori di servizi cloud. Questa tendenza dovrebbe proseguire, con l’amministratore delegato Sanjay Mehrotra che ha dichiarato agli investitori di aspettarsi di soddisfare solo tra la metà e due terzi della domanda di alcuni clienti chiave fino al 2026.
I chip di Micron sono utilizzati in numerose applicazioni, dai server ai computer personali, fino agli smartphone e ai veicoli. L’azienda è inoltre un fornitore chiave di memorie ad alta larghezza di banda, fondamentali per l’addestramento e l’implementazione dei modelli di intelligenza artificiale generativa.
La Bank of England verso un taglio dei tassi
Diverse banche centrali europee comunicano le proprie decisioni giovedì, ma l’attenzione principale è rivolta alla Bank of England.
La Banca Centrale Europea dovrebbe mantenere i tassi invariati al 2%, eventualmente accompagnando la decisione con un miglioramento delle stime di crescita. Anche la Riksbank svedese e la Norges Bank norvegese sono attese lasciare i tassi rispettivamente all’1,75% e al 4%.
Diverso il quadro nel Regno Unito, dove la BoE dovrebbe ridurre i tassi di 25 punti base al 3,75%, dal 4,0%, a seguito del forte rallentamento dell’inflazione e di un indebolimento dell’attività economica. I dati sull’inflazione britannica pubblicati mercoledì hanno rafforzato queste attese, anche se al 3,2% il CPI resta il più elevato tra le economie del G7.
I mercati scontano pienamente solo un ulteriore taglio dei tassi nel 2026, probabilmente entro fine aprile, anche se le aspettative per una seconda riduzione sono aumentate dopo il dato di novembre.
Petrolio in rialzo dopo la mossa sul Venezuela
I prezzi del petrolio sono saliti dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha ordinato un blocco delle petroliere sanzionate in entrata e in uscita dal Venezuela, alimentando timori di interruzioni dell’offerta.
Il Brent è avanzato dello 0,7% a 60,08 dollari al barile, mentre il WTI statunitense ha guadagnato lo 0,8% a 56,24 dollari.
La decisione segue l’annuncio di martedì che estende il blocco alle navi che trasportano greggio venezuelano già soggette a sanzioni USA, aumentando la pressione sul governo di Nicolás Maduro. “Le domande chiave sono, in primo luogo, quanto sarà efficace questo blocco e, in secondo luogo, quanto durerà. Questo sarà determinante per valutare l’impatto sul mercato petrolifero”, hanno scritto gli analisti di ING in una nota.
Nonostante il rimbalzo, i prezzi del greggio restano avviati verso un calo settimanale vicino al 2%, penalizzati dalle prospettive di surplus e dalla possibilità di un accordo di pace in Ucraina. Il WTI perde circa il 21% dall’inizio dell’anno, la peggiore performance dal 2018, mentre il Brent è in calo di quasi il 20%, il peggior risultato dal 2020.

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