L’attività economica dell’Eurozona estende la fase di crescita, ma rallenta a dicembre

L’attività economica dell’Eurozona ha continuato a espandersi a dicembre, segnando un intero anno di crescita per la prima volta dalla pandemia di COVID-19, secondo i dati dell’HCOB Flash PMI pubblicati martedì. Tuttavia, lo slancio si è indebolito verso la fine dell’anno, indicando un contesto economico più fragile.

L’indice HCOB Flash PMI Composite Output dell’Eurozona è sceso a 51,9 a dicembre, rispetto a 52,8 di novembre. Pur restando sopra la soglia di 50 che separa espansione e contrazione, il dato segnala un rallentamento dell’attività complessiva.

Il settore dei servizi ha continuato a sostenere la crescita, con l’indice PMI sceso a 52,6 da 53,6, il livello più basso degli ultimi tre mesi ma ancora coerente con una solida espansione. Il comparto manifatturiero ha invece mostrato un peggioramento, con l’indice di produzione in calo a 49,7 da 50,4, interrompendo una sequenza di nove mesi di crescita e tornando in territorio di contrazione.

A livello nazionale, la Germania ha registrato un rallentamento della crescita della produzione ai minimi degli ultimi quattro mesi, mentre la Francia è andata vicino alla stagnazione con un’espansione solo marginale. Le altre economie dell’Eurozona hanno continuato a crescere, seppur a un ritmo inferiore rispetto a novembre.

Le condizioni della domanda si sono indebolite. I nuovi ordini sono aumentati per il quinto mese consecutivo, ma a un ritmo più moderato, mentre i nuovi ordini all’esportazione hanno registrato il calo più marcato da marzo. La flessione è stata guidata dal settore manifatturiero, anche se anche i servizi hanno risentito di una domanda estera più debole.

L’occupazione nell’Eurozona è cresciuta per il terzo mese consecutivo, con un ritmo leggermente superiore rispetto a novembre. La Germania ha registrato una lieve riduzione dell’occupazione, mentre la Francia ha mostrato un aumento marginale e il resto dell’area una crescita moderata.

Le pressioni inflazionistiche sono aumentate nel corso del mese. I costi degli input sono saliti al ritmo più rapido degli ultimi nove mesi, mentre l’inflazione dei prezzi di vendita è rimasta contenuta ma in leggero aumento rispetto a novembre. Nonostante l’accelerazione mensile, le medie annuali dei costi e dei prezzi di output sono state le più basse dal 2020.

Il clima di fiducia delle imprese si è deteriorato, con l’ottimismo complessivo sceso ai minimi degli ultimi sette mesi. La fiducia dei fornitori di servizi è diminuita in modo significativo, soprattutto in Germania, dove ha toccato il livello più basso degli ultimi due anni e mezzo. Al contrario, l’ottimismo nel settore manifatturiero è migliorato, raggiungendo il livello più alto da febbraio 2022.

“La crescita economica ha rallentato alla fine dell’anno a causa di una lieve contrazione del settore manifatturiero e di un indebolimento dello slancio nel settore dei servizi”, ha dichiarato Cyrus de la Rubia, Chief Economist di Hamburg Commercial Bank. “Nel complesso, la traiettoria verso il nuovo anno appare piuttosto instabile”.

De la Rubia ha aggiunto che l’inflazione nel settore dei servizi ha raggiunto il livello più alto degli ultimi nove mesi, un elemento che probabilmente ha rafforzato la decisione della Banca Centrale Europea di mantenere invariati i tassi di interesse nella riunione del 18 dicembre.

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