Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I future USA indicano un rimbalzo iniziale dopo il sell-off di venerdì

I future legati ai principali indici azionari statunitensi segnalavano un’apertura in rialzo lunedì, suggerendo un possibile rimbalzo iniziale di Wall Street dopo le forti perdite registrate alla fine della scorsa settimana.

Alcuni investitori sembrano pronti a tornare sul mercato dopo il calo di venerdì, innescato soprattutto da una marcata vendita di titoli tecnologici. Tuttavia, l’attività complessiva potrebbe rimanere contenuta, in attesa di una serie di dati macroeconomici statunitensi di rilievo previsti nei prossimi giorni.

Tra i principali appuntamenti figurano il rapporto sull’occupazione di novembre e i dati sulle vendite al dettaglio di ottobre, entrambi in uscita martedì, seguiti giovedì dai dati sull’inflazione dei prezzi al consumo di novembre. Queste pubblicazioni potrebbero influenzare le aspettative sul percorso futuro dei tassi di interesse dopo la decisione di politica monetaria della Federal Reserve della scorsa settimana.

Sebbene la Fed abbia tagliato i tassi di 25 punti base, come ampiamente previsto, le nuove proiezioni hanno evidenziato divergenze significative tra i responsabili politici sull’entità di ulteriori riduzioni.

Dopo una seduta mista giovedì, i mercati azionari hanno subito un netto ribasso venerdì. Tutti i principali indici hanno chiuso in territorio negativo, con il Nasdaq, a forte componente tecnologica, che ha registrato le perdite più marcate.

A fine seduta, il Nasdaq ha ceduto 398,69 punti, pari all’1,7%, scendendo a 23.195,17, mentre l’S&P 500 ha perso 73,59 punti, ovvero l’1,1%, a 6.827,41. Il Dow Jones Industrial Average ha mostrato una maggiore tenuta, arretrando di 245,96 punti, pari allo 0,5%, a 48.458,05, dopo aver toccato un nuovo massimo intraday nelle prime fasi della seduta.

Il bilancio settimanale è stato contrastato: il Dow ha guadagnato l’1,1%, mentre l’S&P 500 ha perso lo 0,6% e il Nasdaq è sceso dell’1,6%.

La debolezza di venerdì si è concentrata soprattutto sui titoli tecnologici, come dimostrato dal forte calo del Nasdaq. Broadcom (AVGO) è stata tra i principali responsabili della flessione, crollando di oltre l’11% nonostante risultati del quarto trimestre fiscale superiori alle attese e una guidance positiva per il trimestre in corso.

Anche altri grandi nomi del settore tecnologico hanno registrato forti ribassi, tra cui Micron Technology (NASDAQ:MU), Oracle (NYSE:ORCL), Advanced Micro Devices (NASDAQ:AMD) e Nvidia (NASDAQ:NVDA), riflettendo una continua rotazione fuori dai titoli tech.

Il sentiment potrebbe essere stato ulteriormente appesantito dalle dichiarazioni del presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, che ha spiegato la sua decisione di votare contro l’ultimo taglio dei tassi. In un intervento pubblicato sul sito della Fed di Chicago, Goolsbee ha affermato di essere preoccupato per “un’eccessiva anticipazione dei tagli dei tassi e per il fatto di dare per scontato che l’inflazione sia transitoria”.

“Sebbene abbia votato a favore di una riduzione dei tassi nelle riunioni di settembre e ottobre, ritengo che avremmo dovuto attendere più dati, in particolare sull’inflazione, prima di ridurre ulteriormente i tassi”, ha dichiarato.

I titoli del comparto hardware informatico sono stati tra i peggiori della seduta, trascinando l’indice NYSE Arca Computer Hardware a un crollo del 5,2%. Anche i titoli dei semiconduttori e delle reti hanno subito forti vendite, contribuendo al netto calo del Nasdaq.

Al di fuori del settore tecnologico, si sono registrate debolezze anche nei servizi petroliferi, nelle società di intermediazione e nel comparto siderurgico, mentre il settore farmaceutico ha mostrato alcune sacche di relativa forza.

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