I prezzi del greggio sono leggermente diminuiti martedì, proseguendo il ribasso del 2% registrato nella sessione precedente, mentre gli operatori monitoravano i colloqui di pace per porre fine alla guerra della Russia in Ucraina, le preoccupazioni legate a un’offerta abbondante e l’imminente decisione sui tassi d’interesse negli Stati Uniti.
Alle 07:17 GMT, i future sul Brent perdevano 7 centesimi, pari allo 0,1%, a 62,42 dollari al barile. Il West Texas Intermediate scendeva di 13 centesimi, ovvero dello 0,2%, a 58,75 dollari.
Entrambi i benchmark erano scesi di oltre un dollaro lunedì dopo che l’Iraq ha ripristinato la produzione nel giacimento West Qurna-2 di Lukoil, uno dei più grandi al mondo.
L’Ucraina presenterà un piano di pace rivisto agli Stati Uniti dopo i colloqui a Londra tra il presidente Volodymyr Zelenskiy e i leader di Francia, Germania e Regno Unito.
Tim Waterer, chief market analyst di KCM Trade, ha dichiarato: “Il petrolio rimane in un intervallo di negoziazione ristretto finché non avremo un’idea più chiara della direzione dei colloqui di pace.”
Ha aggiunto: “Se i colloqui dovessero fallire, ci aspettiamo un rialzo del petrolio; se invece venissero compiuti progressi e si prospettasse una ripresa delle forniture russe sul mercato globale, i prezzi potrebbero scendere.”
Fonti vicine alla questione riferiscono che i Paesi del G7 e l’Unione Europea stanno valutando di sostituire il tetto al prezzo del petrolio russo con un divieto totale dei servizi marittimi per ridurre ulteriormente le entrate petrolifere di Mosca.
Alcuni analisti attendono indicazioni dal prossimo rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia.
Kelvin Wong, senior market analyst di OANDA, ha affermato: “Il prossimo fattore trainante del mercato sarà probabilmente il rapporto mensile dell’AIE sul mercato petrolifero di dicembre, in uscita l’11 dicembre, nel quale ha previsto un surplus record nel mercato petrolifero nel 2026, come già indicato nei precedenti rapporti previsionali.”
Ha aggiunto che, se l’AIE continuerà a segnalare un rischio di surplus, il WTI potrebbe scendere verso la fascia di supporto tra 56,80 e 57,50 dollari al barile.
Un altro elemento chiave è la decisione della Federal Reserve attesa per mercoledì, con gli operatori che attribuiscono una probabilità dell’87% a un taglio dei tassi di un quarto di punto.
Tassi più bassi di norma sostengono la domanda di petrolio riducendo i costi di finanziamento, anche se alcuni analisti restano cauti sull’impatto immediato.
Priyanka Sachdeva, senior market analyst di Phillip Nova, ha dichiarato: “Anche se i mercati guardano soprattutto alla decisione della Fed di mercoledì per un possibile taglio di 25 punti base, che potrebbe offrire un sostegno di breve periodo nella parte bassa della fascia 60–65 dollari, la struttura generale dei prezzi resta ancorata alle aspettative di un mercato del petrolio in eccesso nel 2026.”

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