MPS: per Consob “nessun accordo occulto” tra gli azionisti

Consob sembra adottare una posizione diversa da quella della Procura di Milano riguardo all’OPA lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) su Mediobanca (BIT:MB). Secondo un documento della divisione vigilanza emittenti dell’autorità, datato 15 settembre e visionato da Il Sole 24 Ore, Consob conclude che “non esiste alcun accordo occulto” tra gli azionisti Francesco Milleri (Delfin) e Francesco Gaetano Caltagirone e l’amministratore delegato di MPS, Luigi Lovaglio.

Il documento, trasmesso alla Procura nell’ambito dell’attività di vigilanza, precisa che mesi di verifiche hanno evidenziato che “nessuna delle condotte segnalate da Mediobanca — le quali, peraltro, non erano supportate da alcun tipo di evidenza probatoria — è risultata caratterizzata da aspetti potenzialmente critici o allarmanti”. Aggiunge inoltre che “sulla base delle indagini svolte, non sono emersi elementi gravi, specifici e coerenti idonei e necessari a dimostrare l’esistenza di un’azione concertata tra gli azionisti Delfin, Caltagirone e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, attuata anche tramite MPS, né il conseguente obbligo di promuovere un’offerta pubblica di acquisto su MPS” e Mediobanca.

In sostanza, secondo Consob non sussistono i presupposti delle accuse che avevano fatto precipitare il titolo MPS del 14% negli ultimi dieci giorni — accuse legate a presunte “manipolazioni di mercato” e “ostruzione dell’autorità di vigilanza”, derivanti da un presunto accordo segreto tra gli azionisti principali.

Nel frattempo, a Piazza Affari il titolo MPS ha aperto la settimana in rialzo di oltre il 3%, toccando quota 7,937 euro.

Consob riconosce che i comportamenti di Delfin e Caltagirone possono apparire “allineati”, ma osserva che tale allineamento “non sembra sufficiente a stabilire unicamente un’azione concertata con l’obiettivo specifico di controllare Mediobanca e Generali tramite l’OPA su Mediobanca, poiché le condotte sono anche coerenti con il perseguimento degli interessi economici di ciascuno dei citati azionisti, indipendenti e diversi dalla volontà di acquisire e gestire congiuntamente il controllo” dei due gruppi finanziari.

L’autorità evidenzia inoltre che il piano di acquisizione di Mediobanca precede l’ingresso dei grandi azionisti privati in MPS di oltre due anni. La documentazione mostra che “una fusione MPS–Mediobanca era stata menzionata tra le varie opzioni di sviluppo considerate per MPS dall’amministratore delegato Lovaglio già alla fine del 2022”.

Consob aggiunge poi che “non sono stati rinvenuti accordi verbali o scritti, espressi o impliciti, anche se invalidi o inefficaci, tra le parti citate… né l’esistenza di tali accordi sembra potersi desumere da indizi, tramite elementi fattuali quali il riscontro di condotte coerenti da parte di” Milleri, Caltagirone e MPS.

Nel frattempo, il consiglio di amministrazione di MPS ha rinnovato la propria fiducia all’AD Lovaglio, indagato dalla Procura. Il CdA afferma che tale sostegno è “pieno” e “unanime”, confermando il rispetto dei requisiti di onorabilità previsti dal Decreto Ministeriale 169/2020 e dalle linee guida BCE.

Quanto all’ipotizzata fusione MPS–Mediobanca, il CdA sottolinea che i gruppi di lavoro congiunti delle due banche proseguono “a pieno ritmo, con l’obiettivo di realizzare rapidamente sinergie industriali e accelerare crescita e creazione di valore”.

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