Il petrolio resta stabile mentre il mercato valuta i rischi geopolitici sulla fornitura

I prezzi del petrolio sono rimasti sostanzialmente invariati martedì, mentre gli operatori analizzano le potenziali conseguenze degli attacchi con droni ucraini contro impianti energetici russi e delle crescenti tensioni diplomatiche tra Stati Uniti e Venezuela.

Alle 09:03 GMT, il Brent è sceso di 19 centesimi (0,3%) a 62,98 $ al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) statunitense ha perso 12 centesimi (0,2%), attestandosi a 20 $ al barile.
Entrambi i benchmark erano saliti di oltre 1% lunedì, con il WTI vicino ai massimi di due settimane.

Ole Hansen, responsabile della strategia sulle materie prime di Saxo Bank, ha osservato che, sebbene i prezzi prompt restino relativamente bloccati in un intervallo ristretto, il premio di rischio geopolitico è tornato a crescere, soprattutto a causa delle tensioni nel Mar Nero e in Venezuela.
Ha aggiunto: “Oltre a ciò, la prevista ma ancora sfuggente eccedenza di offerta rimane un punto chiave che impedisce qualsiasi rimbalzo significativo in questa fase.”

L’outlook sull’offerta si è ulteriormente complicato lunedì dopo che il Caspian Pipeline Consortium ha confermato di aver ripreso le spedizioni da uno dei suoi punti di carico nel Mar Nero, in seguito al grave attacco con droni ucraini del 29 novembre.

Le tensioni sono aumentate ulteriormente quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato sabato che “lo spazio aereo sopra e intorno al Venezuela” deve essere considerato chiuso, alimentando nuova incertezza sul mercato dato il ruolo del Paese sudamericano nella produzione petrolifera globale.

Gli analisti seguono da vicino anche il fronte diplomatico.
Tamas Varga di PVM Oil Associates ha affermato: “L’attenzione è rivolta anche ai colloqui di pace sull’Ucraina, che potrebbero portare la Russia ad aumentare nuovamente le esportazioni di petrolio greggio e prodotti, anche se questo processo probabilmente sarà lungo.”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha ribadito lunedì che la priorità di Kyiv è mantenere la sovranità e garantire solide garanzie di sicurezza, aggiungendo che le questioni territoriali restano l’ostacolo più complesso nei negoziati.

Nel frattempo, l’inviato speciale di Trump Steve Witkoff, accompagnato da Jared Kushner, incontrerà martedì il presidente russo Vladimir Putin per discutere di possibili vie per porre fine al conflitto.

Sul fronte dell’OPEC+, il gruppo ha confermato domenica un piccolo aumento della produzione per dicembre e una sospensione degli incrementi nel primo trimestre del prossimo anno, alla luce dei crescenti timori di un eccesso di offerta globale.

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