I prezzi dell’oro sono rimasti vicini ai massimi delle ultime sei settimane lunedì, sostenuti dall’indebolimento del dollaro USA e da una crescente convinzione che la Federal Reserve possa ridurre i tassi d’interesse più avanti questo mese.
L’oro spot è salito dello 0,2% a 4.240,55 dollari l’oncia alle 02:32 ET (06:32 GMT), dopo aver toccato un picco di sei settimane a 4.256,2 dollari. I futures sull’oro USA per febbraio sono aumentati dello 0,5% a 4.274,55 dollari.
Il metallo prezioso era balzato di oltre il 4% la settimana precedente.
Dollaro più debole e aspettative di taglio sosten-gono l’oro
L’indice del dollaro USA è sceso ai minimi di due settimane, rendendo il metallo più attraente per gli acquirenti internazionali. Un clima di maggiore avversione al rischio nei mercati globali ha ulteriormente favorito la domanda di beni rifugio.
Gli operatori ora assegnano una probabilità dell’87% a un taglio dei tassi da 25 punti base a dicembre, sulla scia di una serie di dati economici statunitensi più deboli e segnali di un’inflazione in rallentamento.
Le aspettative si sono rafforzate negli ultimi giorni, ma la fiducia degli investitori resta limitata a causa del prolungato blocco governativo, che ha ridotto il flusso di nuovi dati ufficiali, e dei messaggi incoerenti provenienti dalla Fed.
A livello politico, domenica il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di sapere già chi intende nominare come prossimo presidente della Federal Reserve, senza rivelarne il nome.
Le sue parole hanno ravvivato le speculazioni su vari candidati, tra cui Kevin Hassett, l’ex governatore Kevin Warsh e l’attuale governatore Christopher Waller.
La scelta potrebbe influenzare le aspettative sul ritmo dei potenziali tagli ai tassi nel 2026.
In questo contesto di incertezza, la dinamica positiva dell’oro nel breve termine è rimasta solida, con gli investitori alla ricerca di protezione dalla volatilità nei mercati valutari e azionari.
Argento ai massimi storici; rame stabile
Gli altri metalli hanno mostrato un andamento misto lunedì.
I futures sull’argento sono saliti dello 0,4% a 56,65 dollari l’oncia dopo aver toccato un record a 57,815 dollari. I futures sul platino sono aumentati dello 0,7% a 1.700,60 dollari.
Sul fronte industriale, il rame al London Metal Exchange è rimasto stabile a 11.207,20 dollari la tonnellata, mentre i futures sul rame USA sono rimasti fermi a 5,30 dollari la libbra.
I nuovi dati provenienti dalla Cina hanno mostrato una contrazione dell’attività manifatturiera per l’ottavo mese consecutivo, con PMI ufficiali e privati che indicano una domanda debole sia interna sia esterna.

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