I prezzi dell’oro hanno continuato a salire nelle contrattazioni asiatiche di martedì, ampliando i forti guadagni della notte precedente mentre i mercati rafforzavano le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve nella riunione di dicembre.
La cautela degli investitori in vista di una serie di importanti dati economici statunitensi ha sostenuto la domanda di beni rifugio, con l’oro in aumento nonostante la tenuta del dollaro. Anche i metalli industriali si sono mossi al rialzo.
L’oro spot è salito dello 0,3% a 4.145,57 dollari l’oncia, mentre i future sull’oro con consegna a febbraio sono aumentati dello 0,2% a 4.180,0 dollari/oncia alle 23:46 ET (04:46 GMT).
Scommesse sui tassi in forte aumento dopo segnali accomodanti dalla Fed
Le aspettative di un taglio dei tassi a dicembre sono aumentate in modo marcato dopo le recenti dichiarazioni di due funzionari della Federal Reserve che hanno lasciato intendere il loro sostegno a un nuovo allentamento.
Secondo il CME FedWatch, i mercati assegnano ora una probabilità del 77,2% a un taglio di 25 punti base nella riunione del 9–10 dicembre, in netto aumento rispetto al 41,8% della settimana precedente.
Tassi più bassi rendono più attraenti gli asset privi di rendimento come l’oro, riducendo il costo opportunità di detenerli. Il metallo prezioso ha toccato diversi massimi storici quest’anno grazie ai tagli operati dalla Fed nelle ultime due riunioni.
La domanda rifugio è stata sostenuta anche dalle crescenti tensioni geopolitiche tra Cina e Giappone, oltre che dai timori per livelli elevati di spesa pubblica nei Paesi sviluppati.
Tra gli altri metalli preziosi, il platino spot è salito dello 0,5% a 1.570,65 dollari/oncia, mentre l’argento spot ha guadagnato lo 0,8% a 51,5555 dollari/oncia.
Il rame ha registrato un rialzo dell’1,2%, con i future del London Metal Exchange a 10.887,0 dollari la tonnellata.
Investitori in attesa dei nuovi dati USA per ulteriori indicazioni sui tassi
I movimenti sui metalli sono rimasti limitati mentre il mercato attende una serie di importanti dati statunitensi nei prossimi giorni.
Sebbene i dati si riferiscano a settembre, saranno probabilmente gli ultimi indicatori disponibili per la Fed prima della riunione di dicembre.
Nella giornata sono attesi i numeri su inflazione alla produzione e vendite al dettaglio, mentre domani arriverà il dato PCE, l’indicatore d’inflazione preferito dalla Fed.
Le autorità USA hanno segnalato che i dati di ottobre su inflazione e lavoro potrebbero non essere mai pubblicati a causa del prolungato shutdown governativo, circostanza che in precedenza aveva alimentato l’ipotesi di una possibile pausa della Fed a dicembre data la scarsa visibilità sulle condizioni economiche.

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