Il dollaro USA è salito leggermente mercoledì, sostenuto dal clima di avversione al rischio che domina i mercati globali, anche se i guadagni restano contenuti in vista della pubblicazione del rapporto sui salari statunitensi, rinviato e molto atteso.
Alle 10:15 (09:15 GMT), il Dollar Index — che misura il biglietto verde contro un paniere di sei valute principali — avanzava dello 0,1% a 99,552, vicino ai massimi di una settimana.
Il dollaro sostenuto dal sentiment risk-off
I mercati azionari globali sono sotto pressione da giorni, con rinnovate preoccupazioni sulle valutazioni delle società tecnologiche legate all’AI, spingendo gli investitori verso i Treasury USA e quindi verso il dollaro.
La tensione potrebbe durare fino alla chiusura dei mercati americani, con i risultati di Nvidia (NASDAQ:NVDA) destinati a giocare un ruolo decisivo, data la sua importanza nel commercio legato all’intelligenza artificiale.
“Le magnifiche sette azioni tecnologiche sono circa il 7% sotto i loro massimi – una goccia nell’oceano rispetto al rally del 70% da aprile. Ma la paura comprensibile è che questo sia un trade molto affollato e che una passeggiata casuale verso l’uscita possa trasformarsi in qualcosa di meno ordinato qualora emergesse un motivo”, hanno scritto gli analisti di ING.
A peggiorare il sentiment contribuiscono anche segnali di rallentamento economico: i dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione pubblicati martedì mostrano un forte aumento degli americani che ricevono benefit tra metà settembre e metà ottobre.
Il rapporto sui salari non agricoli di settembre — rinviato a causa dello shutdown del governo — sarà pubblicato giovedì.
I mercati stanno osservando attentamente eventuali indicazioni sulla forza del mercato del lavoro e sulle pressioni salariali. Un dato più debole del previsto aumenterebbe le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed.
“La pubblicazione del rapporto sui salari di settembre rinviato potrebbe essere la migliore occasione affinché il dollaro scenda questa settimana”, ha affermato ING. “Se i dati non convinceranno il mercato a prevedere un taglio della Fed a dicembre (attualmente prezzato al 50%), allora la pressione rimarrà sui mercati azionari.”
Sterlina in calo dopo il CPI britannico
In Europa, EUR/USD è sceso leggermente a 1,1577, vicino ai minimi di una settimana.
La lettura finale del CPI dell’Eurozona, attesa più tardi, dovrebbe confermare un lieve calo dell’inflazione di ottobre — rafforzando le aspettative che la BCE manterrà i tassi invariati a dicembre.
ING ha osservato: “Ci aspettiamo range ristretti per EUR/USD, ma un movimento sotto 1,1560/65 potrebbe creare qualche problema intraday.”
GBP/USD è sceso dello 0,1% a 1,3136 dopo il calo dell’inflazione britannica a ottobre, aumentando le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Bank of England il mese prossimo.
L’inflazione è scesa al 3,6%, dal 3,8%, il livello più basso da maggio.
“Ci aspettiamo che la sterlina rimanga fragile in vista della Legge di Bilancio,” ha dichiarato ING.
La cancelliera Rachel Reeves dovrà trovare decine di miliardi di sterline nel bilancio del 26 novembre per rispettare gli obiettivi fiscali del governo.
Yen vicino ai minimi di nove mesi
In Asia, USD/JPY è salito dello 0,1% a 155,67 dopo aver toccato un massimo di nove mesi nella seduta precedente.
I rendimenti dei titoli di Stato giapponesi a lungo termine sono ai massimi da decenni, mentre gli investitori mettono in dubbio la sostenibilità delle politiche fiscali espansive del Giappone.
USD/CNY è salito leggermente a 7,1098, mentre AUD/USD è sceso dello 0,4% a 0,6483 nonostante la crescita dei salari nel terzo trimestre sia rimasta stabile — rafforzando l’aspettativa che la Reserve Bank of Australia manterrà i tassi invariati.

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