I prezzi dell’oro sono scesi nelle contrattazioni asiatiche di martedì, proseguendo il recente calo mentre gli operatori riducono le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a dicembre. Il cambio di aspettative ha rafforzato il dollaro statunitense, penalizzando gli asset privi di rendimento come l’oro.
Anche l’incertezza in vista del rapporto sui payrolls di settembre — rinviato a lungo e atteso questa settimana — ha favorito il dollaro, pesando ulteriormente sui metalli preziosi.
L’oro spot è sceso dello 0,7% a 4.019,19 dollari l’oncia, mentre i future con consegna a dicembre hanno perso l’1,4% a 4.018,89 dollari alle 00:38 ET (05:38 GMT).
Il metallo prezioso continua a scendere mentre i mercati ridimensionano le scommesse su un taglio dei tassi a dicembre
La nuova fase di debolezza è stata determinata in gran parte dagli investitori che hanno iniziato a escludere un taglio dei tassi durante la riunione del 10-11 dicembre.
Il lungo shutdown del governo statunitense ha ritardato diversi dati macro importanti, alimentando i timori che la Fed si trovi con visibilità limitata sulla salute dell’economia.
Il report sui non-farm payrolls di settembre, atteso giovedì, dovrebbe essere l’ultimo dato ufficiale sul mercato del lavoro prima della riunione.
Il CME FedWatch mostra ora una probabilità del 42,4% per un taglio di 25 punti base, contro una possibilità del 57,6% di un mantenimento dei tassi.
Tassi più alti più a lungo continuano a rendere meno attraente l’oro, mentre i rendimenti dei Treasury rimangono sostenuti.
Il dollaro forte pesa su metalli preziosi e industriali
Il rafforzamento del dollaro — che ha recuperato terreno nelle ultime sedute — ha esercitato ulteriore pressione sui metalli quotati in valuta americana.
Il platino spot è sceso dello 0,7% a 1.526,77 dollari l’oncia e l’argento spot ha perso lo 0,7% a 49,8585 dollari.
Il rame sui mercati LME è arretrato dello 0,8% a 10.695,90 dollari la tonnellata, invertendo parte dei guadagni della settimana precedente.
L’aumento del dollaro è stato sostenuto dalle attese di tassi USA ancora elevati e dalle preoccupazioni per il deterioramento fiscale in diverse economie sviluppate, in particolare il Giappone.
L’impennata dei rendimenti dei titoli di Stato giapponesi a lunga scadenza ha indebolito lo yen, aumentando i flussi verso il biglietto verde.

Leave a Reply