La Borsa di Milano apre in forte ribasso: banche e tech sotto pressione, Leonardo in controtendenza

La seduta a Piazza Affari si è aperta con un netto calo, in scia alle pesanti perdite registrate durante la notte a Tokyo e a Wall Street, dove i titoli tecnologici sono stati oggetto di forti vendite. Il ribasso dei listini americani — con S&P 500 e Nasdaq scesi sotto soglie tecniche rilevanti per la prima volta da fine aprile — ha appesantito ulteriormente il sentiment degli investitori, in attesa dei risultati di Nvidia e dei dati sul mercato del lavoro statunitense di settembre, rinviati a causa dello shutdown.

Un trader sottolinea che la scadenza delle opzioni di novembre, prevista per venerdì, sta alimentando ulteriore volatilità, lasciando Milano instabile dopo i recenti massimi storici.

Verso le 9:30, il FTSE MIB perdeva l’1,8%, segnando la quarta seduta consecutiva in territorio negativo. L’indice ha ceduto circa il 4,5% da quando, giovedì scorso, aveva superato la soglia dei 45.000 punti. Le banche guidano i ribassi, con l’indice settoriale in calo del 2%. Unicredit (BIT:UCG) arretra del 2,7%, trascinando il comparto, mentre MPS (BIT:BMPS) perde il 2,85%.

Le vendite colpiscono trasversalmente quasi tutti i settori. Il lusso è in sofferenza, con Salvatore Ferragamo (BIT:SFER) in calo del 3,1%. Male anche l’automotive: Stellantis (BIT:STLAM) (-3,3%) e Ferrari (BIT:RACE) (-2,9%). Tra i tecnologici, STMicroelectronics (BIT:STM) lascia sul terreno il 2,8%.

Tra le poche eccezioni positive spicca Leonardo (BIT:LDO), che passa in territorio positivo dopo un avvio in rosso. Il settore oil soffre decisamente, complice la discesa delle materie prime e il venir meno delle preoccupazioni sull’offerta. Saipem (BIT:SPM) perde il 2,8% ed ENI (BIT:ENI) arretra dell’1%.

In calo anche TIM (BIT:TIT), che scivola sotto la soglia dei 50 centesimi con una flessione del 2,5%.

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