Le azioni a Milano e negli altri principali listini europei sono in calo questa mattina, dopo il recente rally che aveva portato il FTSE MIB ai massimi dal 2001.
A Tokyo, la Borsa ha chiuso in forte ribasso a causa delle prese di profitto diffuse—soprattutto nel settore tecnologico—mentre anche Wall Street ha archiviato una seduta negativa ieri sera.
A pesare ulteriormente sono le minori aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve nella riunione del prossimo mese. Il mercato attribuisce ora circa il 50% di probabilità a un movimento di un quarto di punto al meeting FOMC di dicembre, un fattore che sta frenando il sentiment globale.
Anche i dati macro cinesi pubblicati oggi non aiutano: produzione industriale e vendite al dettaglio di ottobre sono scese ai livelli più bassi da agosto dello scorso anno.
Verso le 9:30, il FTSE MIB arretrava dello 0,95%.
I titoli bancari erano in forte calo, con l’indice di settore in flessione dell’1,6%. Banca Popolare di Sondrio (BIT:BPSO) perdeva il 2,7%, mentre Banco BPM (BIT:BAMI) arretrava del 2,5%. Mediobanca (BIT:MB) si muoveva in controtendenza, in lieve rialzo dello 0,15%. I due big UniCredit (BIT:UCG) e Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) lasciavano sul terreno oltre l’1,2%.
Azimut (BIT:AZM) tentava un recupero, salendo dell’1,2% dopo il crollo del 10% di ieri legato all’ispezione della Banca d’Italia, che aveva aumentato l’incertezza sui tempi dello spin-off della nuova banca di wealth management. In una dichiarazione diffusa questa mattina, l’amministratore delegato Giorgio Medda ha affermato di ritenere le conclusioni dell’ispezione “pienamente gestibili”, precisando che “non sono collegate all’operazione TNB” e confermando di attendersi l’approvazione entro il secondo trimestre del prossimo anno.
Leonardo (BIT:LDO) segnava un forte ribasso, perdendo il 2,1% dopo il rally della vigilia.
Enel (BIT:ENEL) beneficiava dei risultati trimestrali, salendo dell’1,7% dopo la pubblicazione dei conti dei nove mesi avvenuta ieri sera. Barclays ha commentato in una nota che i risultati “sono stati migliori del previsto”, apprezzando anche l’aumento della guidance sull’utile netto. Terna (BIT:TRN) guadagnava l’1,1%, sostenuta anch’essa dai risultati dei nove mesi.
Nel lusso, Salvatore Ferragamo (BIT:SFER) balzava del 2,4%, Brunello Cucinelli (BIT:BC) avanzava dello 0,5% e Aeffe (BIT:AEF) dell’1,4%.

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