I prezzi dell’oro sono rimasti stabili nelle contrattazioni asiatiche di giovedì, sostenuti dall’indebolimento del dollaro statunitense e dalle continue preoccupazioni legate al prolungato blocco del governo degli Stati Uniti. Il metallo prezioso ha consolidato i guadagni dopo un rialzo di oltre l’1% nella sessione precedente, in un contesto di maggiore ricerca di beni rifugio.
L’oro spot è salito dello 0,2% a 3.988,79 dollari l’oncia alle 00:37 ET (05:37 GMT), mentre i future sull’oro statunitense hanno guadagnato lo 0,1% a 3.995,70 dollari l’oncia.
Mercoledì l’oro era balzato dell’1,3% poiché le crescenti preoccupazioni per le valutazioni gonfiate del mercato azionario e il rischio di una possibile bolla hanno spinto gli investitori verso asset più sicuri.
Il dollaro si indebolisce; il blocco del governo aumenta l’incertezza
L’indice del dollaro USA è sceso dello 0,2% durante la sessione asiatica di giovedì, riflettendo un rinnovato appetito per il rischio dopo il rimbalzo di Wall Street, che ha recuperato dalle vendite iniziali sui titoli tecnologici. Il recupero ha contribuito ad attenuare i timori legati alle valutazioni, ma non ha cancellato l’incertezza derivante dallo stallo politico a Washington.
Con il blocco del governo che si prolunga oltre ogni record, gli investitori devono fare affidamento su indicatori privati per valutare lo stato di salute dell’economia statunitense, poiché la pubblicazione dei dati ufficiali è sospesa.
Le statistiche più recenti hanno comunque mostrato la tenuta del mercato del lavoro. I dati ADP hanno indicato che l’occupazione nel settore privato è aumentata di 42.000 unità in ottobre — quasi il doppio rispetto alle previsioni — segnalando una resilienza dell’economia nonostante la crisi fiscale.
I dati solidi hanno ridotto le aspettative di un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a dicembre. Poiché l’oro non offre rendimento, tassi elevati per un periodo prolungato tendono a limitarne l’attrattiva.
Nel frattempo, gli investitori osservano con attenzione la Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha iniziato le audizioni sulla legalità dei dazi imposti dall’ex presidente Donald Trump. Il caso potrebbe influenzare le politiche commerciali e l’inflazione per diversi anni.
“Rimaniamo positivi sulle prospettive dell’oro, nonostante il recente calo dei prezzi, poiché i principali fattori di sostegno, tra cui la domanda delle banche centrali e quella di beni rifugio, restano solidi”, hanno scritto gli analisti di ING.
“Sebbene le tensioni commerciali si siano recentemente allentate, permane un’elevata incertezza geopolitica, che continua a sostenere la domanda di asset sicuri”, hanno aggiunto.
Metalli industriali e preziosi poco mossi
Gli altri metalli preziosi e industriali hanno mostrato variazioni contenute. I future sull’argento sono saliti dello 0,2% a 48,12 dollari l’oncia, mentre i future sul platino sono rimasti invariati a 1.564,60 dollari l’oncia.
Sul London Metal Exchange, il rame è salito dello 0,4% a 10.771,20 dollari la tonnellata, mentre i future sul rame statunitense hanno guadagnato lo 0,6% a 5,02 dollari per libbra.

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