I prezzi dell’oro sono diminuiti durante le contrattazioni asiatiche di martedì, penalizzati dal rafforzamento del dollaro statunitense e dalla cautela degli investitori riguardo alla prossima mossa della Federal Reserve, dopo i commenti aggressivi del presidente Jerome Powell della scorsa settimana.
Alle 01:58 ET (06:58 GMT), l’oro spot è sceso dello 0,4% a 3.986,10 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro USA hanno perso lo 0,5% a 3.994,30 dollari. Il metallo ha continuato a faticare nel mantenersi sopra la soglia chiave dei 4.000 dollari, poiché il dollaro forte ha reso il lingotto più costoso per gli acquirenti con altre valute.
Il dollaro si rafforza, outlook della Fed incerto
Il dollaro è rimasto solido, raggiungendo un massimo di tre mesi rispetto alle principali valute lunedì, sostenuto dal calo delle aspettative di un ulteriore taglio dei tassi quest’anno.
La scorsa settimana, Powell ha dichiarato che la Fed non si è ancora impegnata in ulteriori allentamenti, affermando che un taglio dei tassi a dicembre “non è una conclusione scontata”. Le sue osservazioni hanno spinto gli operatori a ridurre le scommesse su riduzioni a breve termine.
Lunedì, diversi funzionari della Fed hanno espresso opinioni contrastanti: alcuni hanno sottolineato la necessità di rimanere vigili contro l’inflazione, mentre altri hanno evidenziato segnali di rallentamento nel mercato del lavoro. I messaggi contrastanti hanno aumentato l’incertezza sulla traiettoria della politica monetaria, mantenendo il dollaro sostenuto.
L’oro, che non offre rendimenti, tende a perdere attrattiva quando i tassi d’interesse rimangono elevati o il dollaro si rafforza. La minore probabilità di tagli e i rendimenti reali più alti hanno pesato sulla domanda del metallo prezioso.
Tuttavia, gli analisti ritengono che i rischi al ribasso siano limitati, poiché le continue tensioni nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina continuano a sostenere la domanda di beni rifugio. Sebbene il recente dialogo tra Washington e Pechino abbia calmato i mercati, le nuove dispute sulle esportazioni di tecnologia avanzata hanno smorzato l’ottimismo.
Debolezza anche per gli altri metalli
Anche gli altri metalli sono stati penalizzati dal dollaro forte.
I futures sull’argento sono scesi dell’1,5% a 47,315 dollari l’oncia, mentre i futures sul platino hanno perso l’1,3% a 1.557,85 dollari l’oncia.
Sul London Metal Exchange, i futures sul rame sono calati dell’1,3% a 10.705,20 dollari la tonnellata, mentre i futures sul rame USA sono scesi della stessa percentuale a 4,99 dollari la libbra.

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