Le azioni Campari balzano del 9% grazie a utili superiori alle attese sostenuti dai risparmi sui costi

Le azioni di Campari (BIT:CPR) sono salite di oltre il 9% giovedì dopo che il gruppo italiano degli spirits ha pubblicato risultati trimestrali superiori alle previsioni, grazie ai risparmi sui costi e al miglioramento dei margini, che hanno compensato la crescita più lenta delle vendite.

Il produttore di Aperol e Wild Turkey ha registrato una crescita organica dell’EBIT del 19,5%, quasi il doppio rispetto al consenso del 10%. Le vendite nette organiche sono aumentate del 4,4%, al di sotto delle attese del 5,3%, con ricavi trimestrali totali pari a 753 milioni di euro, contro i 775 milioni stimati dagli analisti.

Secondo Kepler Cheuvreux, i risultati riflettono “una solida performance del margine lordo con un miglioramento organico di 180 punti base nel terzo trimestre e un calo organico del 3,8% dei costi SG&A nel trimestre.”

Tutte le aree geografiche hanno registrato una crescita organica positiva: Asia Pacifico (+5,7%), Americhe (+4,7%) ed EMEA (+3,8%). La società ha beneficiato di costi di input più bassi — in particolare dell’agave — e di un mix di vendite favorevole trainato dal tequila Espolòn, parzialmente compensato da costi logistici più elevati. Campari ha indicato che il margine del quarto trimestre dovrebbe trarre ulteriore beneficio da venti favorevoli sui costi di approvvigionamento.

Il gruppo ha confermato la propria guidance per il 2025, prevedendo una crescita organica moderata dei ricavi e un margine EBIT stabile, che ora include l’impatto dei dazi. Kepler Cheuvreux ha definito la nuova previsione un miglioramento, poiché l’impatto stimato dei dazi è stato ridotto a circa 15 milioni di euro.

Il piano di efficienza sui costi procede secondo i piani, con la società che prevede un beneficio di margine di 50 punti base nel 2026 grazie alla riduzione delle spese SG&A.

Nel segmento aperitivi, che comprende i marchi Aperol e Campari, le vendite sono rimaste stabili nel terzo trimestre e in aumento dell’1,3% nei primi nove mesi dell’anno. Le vendite di Aperol sono diminuite del 6%, penalizzate dalla debole domanda in Italia e Germania e dal rallentamento negli Stati Uniti. Al contrario, il resto del portafoglio aperitivi — che rappresenta circa il 10% del fatturato di gruppo — è cresciuto del 21%.

Kepler Cheuvreux ha tagliato la previsione di crescita organica delle vendite nette 2025 all’1,4% dal 3,0%, ma ha aumentato la stima dell’EBIT dell’1,6%. L’EBIT rettificato per il 2025 è ora previsto a 614 milioni di euro, rispetto ai 605 milioni precedenti, mentre l’utile netto rettificato è stimato in crescita dell’1,9% a 375 milioni di euro. Le previsioni per il 2026 e il 2027 restano invariate.

La società di brokeraggio ha ribadito la raccomandazione “buy” con un target price di 7,20 euro, che implica un potenziale rialzo del 32,4% rispetto alla chiusura di mercoledì a 5,44 euro. A tale target, Campari scambierebbe a 13,5 volte l’EV/EBITDA stimato 2026, al di sotto della media decennale di 18 volte, e a 21 volte gli utili 2026, circa il 25% in meno della media storica.

Kepler Cheuvreux ha inoltre segnalato che il rapporto debito netto/EBITDA di Campari è migliorato a 2,9x alla fine di settembre, evidenziando i progressi nel rafforzamento della struttura finanziaria. La società prevede ulteriori benefici sui margini nei prossimi trimestri grazie alla riduzione dei costi e ai prezzi più bassi dell’agave.

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