L’oro ha continuato a perdere terreno durante le contrattazioni asiatiche di lunedì, estendendo il calo della settimana scorsa, poiché il miglioramento del sentiment sui negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina ha ridotto la domanda per il metallo prezioso come bene rifugio. Gli operatori guardano ora alla Federal Reserve, che dovrebbe annunciare un taglio dei tassi d’interesse entro la settimana.
L’oro spot è sceso dell’1,3% a 4.060,80 dollari l’oncia alle 00:44 ET (04:44 GMT), mentre i futures sull’oro statunitense sono arretrati dell’1,6% a 4.072,60 dollari. Il ribasso arriva dopo la fine di una serie positiva durata nove settimane, durante la quale i prezzi avevano raggiunto massimi storici sopra i 4.300 dollari l’oncia, sostenuti da tensioni geopolitiche e aspettative di allentamento monetario.
L’intesa commerciale riduce l’appeal dell’oro
Il nuovo calo segue un passo avanti nei colloqui commerciali: nel fine settimana, funzionari di Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un’intesa preliminare a margine degli incontri dell’ASEAN in Malesia. L’accordo dovrebbe essere finalizzato quando Donald Trump e Xi Jinping si incontreranno in Corea del Sud più avanti nella settimana, con l’obiettivo di estendere la tregua commerciale e gettare le basi per un’intesa più ampia.
“La minaccia del dazio al 100% è svanita, così come la minaccia che la Cina dia inizio a un regime di controllo globale delle esportazioni”, ha dichiarato l’alto funzionario del Tesoro USA Scott Bessent, suggerendo che il rischio di una nuova escalation commerciale si è ridotto.
Il miglioramento del sentiment ha spinto gli investitori verso asset più rischiosi, penalizzando l’oro.
Decisione della Fed nel mirino
Le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed nella riunione del 29 ottobre hanno comunque contenuto le perdite dell’oro. Il dato sull’inflazione USA (CPI) più debole delle attese diffuso la scorsa settimana ha rafforzato le scommesse su un taglio di 25 punti base, mentre i trader attendono indicazioni su eventuali ulteriori mosse entro fine anno.
Tassi d’interesse più bassi tendono a favorire l’oro, riducendo il costo opportunità di detenere asset non remunerativi e indebolendo il dollaro USA, rendendo così il metallo più appetibile per gli investitori esteri.
Andamento contrastante nei metalli
Anche gli altri metalli preziosi hanno registrato ribassi lunedì. I futures sull’argento sono calati dell’1,4% a 47,91 dollari l’oncia, mentre quelli sul platino hanno perso lo 0,9% a 1.587,10 dollari.
Al contrario, il rame ha proseguito il rally. I futures di riferimento sulla London Metal Exchange sono saliti di oltre l’1% raggiungendo un nuovo record di 11.078,00 dollari a tonnellata, mentre i futures sul rame negli Stati Uniti sono avanzati dell’1,4% a 5,19 dollari per libbra. Il rialzo è stato alimentato dalla chiusura della miniera Grasberg della Freeport-McMoRan Inc. in Indonesia e dall’ottimismo rinnovato su una possibile tregua commerciale tra USA e Cina.

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