Il petrolio scivola mentre le tensioni commerciali e i timori di eccesso di offerta pesano sul mercato

I prezzi del petrolio sono scesi all’inizio della settimana, sotto pressione per le rinnovate preoccupazioni legate a un eccesso di offerta e a un rallentamento della domanda globale, mentre le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina si intensificano.

Alle 00:32 GMT, i futures sul Brent erano in calo di 24 centesimi, ovvero dello 0,4%, a 61,05 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate statunitense perdevano 21 centesimi, o lo 0,4%, a 57,33 dollari, annullando i modesti guadagni di venerdì.

Entrambi i benchmark hanno registrato un calo superiore al 2% la scorsa settimana, segnando la terza settimana consecutiva di ribassi. La flessione è arrivata dopo l’avvertimento dell’International Energy Agency su un possibile aumento dell’eccesso di offerta nel 2026.

«Le preoccupazioni per l’eccesso di offerta derivante dall’aumento della produzione dei paesi produttori di petrolio, unite ai timori di un rallentamento economico dovuto all’intensificarsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, stanno alimentando la pressione in vendita», ha dichiarato Toshitaka Tazawa, analista presso Fujitomi Securities.

«Mentre gli Stati Uniti stanno aumentando la pressione sugli acquirenti di greggio russo, il prossimo vertice tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin aggiunge incertezza alle prospettive, rendendo difficile per alcuni investitori aggiustare le proprie posizioni», ha aggiunto.

Le tensioni tra Washington e Pechino sono tornate a crescere, con l’imposizione reciproca di tariffe portuali sulle spedizioni, una mossa che potrebbe perturbare i flussi commerciali globali e accentuare la pressione sui mercati energetici. Il capo dell’World Trade Organization ha recentemente avvertito che un decoupling prolungato tra le due maggiori economie mondiali potrebbe ridurre la produzione globale del 7% nel lungo periodo.

Nel frattempo, Trump e Putin hanno concordato giovedì di tenere un nuovo vertice per discutere della guerra in Ucraina, mentre Washington intensifica la pressione su India e Cina per ridurre le importazioni di petrolio russo.

Dopo un incontro alla Casa Bianca con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, Trump ha esortato sia Kiev che Mosca a «fermare immediatamente la guerra», anche se ciò comportasse concessioni territoriali da parte dell’Ucraina.

Secondo fonti commerciali e analisti, la pressione statunitense ed europea sugli acquirenti asiatici potrebbe ridurre le importazioni di petrolio russo da parte dell’India a partire da dicembre, lasciando potenzialmente più forniture scontate disponibili per la Cina.

Sul fronte della produzione, Baker Hughes Company ha dichiarato venerdì che le società energetiche statunitensi hanno aggiunto impianti di trivellazione per petrolio e gas per la prima volta in tre settimane, segnalando un possibile rimbalzo della produzione interna.

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