I mercati europei sono scivolati bruscamente venerdì, con i titoli finanziari che hanno trascinato al ribasso i principali indici e li hanno spinti verso il calo giornaliero più marcato delle ultime sei settimane. Gli investitori si sono rifugiati nei beni considerati sicuri, come l’oro, che rimane ai massimi storici.
A Milano, l’indice FTSE MIB ha perso oltre il 2% dopo la prima ora di contrattazioni, mentre l’indice bancario FTSE Italia Banche è sceso del 2,6%. Tra i principali ribassi figurano Bper Banca (BIT:BPE) (-3%), Banca Mediolanum (BIT:BMED) (-2,90%), Banca Popolare di Sondrio (BIT:BPSO) (-2,80%), Unipol (BIT:UNI) (-2,90%), Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) (-2,80%), UniCredit (BIT:UCG) (-2,80%), Mediobanca (BIT:MB) (-2,40%), Banco BPM (BIT:BAMI) (-2,20%) e Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) (-2,10%).
Il calo ha interessato anche il resto d’Europa. Deutsche Bank (TG:DBK) ha perso il 5%, Société Générale (EU:GLE) il 4,7%, Banco Santander (LSE:BNC) il 4,2%, BNP Paribas (EU:BNP) il 3,7%, Commerzbank (TG:CBK) il 3,1%, Caixabank (USOTC:CIXPF) il 3%, UBS Group AG (NYSE:UBS) il 2,9%, Bankinter (TG:A19VVH) il 2,6% e HSBC Holdings plc (LSE:HSBA) il 2%. Banco Sabadell (BIT:1SAB) è crollata del 6,5%, mentre BBVA (NYSE:BBVA) ha ceduto il 5% dopo il fallimento della sua offerta di acquisizione.
Il sentimento degli investitori si è deteriorato rapidamente dopo il crollo dei titoli bancari regionali statunitensi, causato da timori per l’aumento dei rischi e per la qualità del credito.
L’indice KBW Regional Banking Index è sceso di oltre il 6% dopo che Zions Bancorporation (NASDAQ:ZION) —che giovedì aveva perso il 13%— ha annunciato perdite per 50 milioni di dollari nel terzo trimestre su due prestiti concessi dalla sua divisione californiana. Nel frattempo, Western Alliance Bancorporation (NYSE:WAL) —in calo dell’11% ieri— ha presentato una causa per frode contro Cantor Group V, LLC.
Questa crisi arriva dopo i fallimenti di First Brands e Tricolor, che hanno messo in luce debolezze nei controlli di rischio bancari e in un mercato del credito opaco, dove la complessità dei prestiti rende difficile valutare l’esposizione dei debitori. Questi crolli hanno costretto diversi investitori a ridurre l’esposizione a settori sensibili ai prestiti al consumo e auto.
Alcuni analisti, tuttavia, ritengono che questi problemi non costituiscano una minaccia sistemica, anche se potrebbero pesare sul sentiment a breve termine.
“Anche se significativi, la dimensione dei crediti deteriorati difficilmente rappresenta di per sé un rischio per l’intero sistema”, ha dichiarato Kyle Rodda, analista finanziario senior di Capital.com, sottolineando che la causa dei problemi risiede in “standard di credito permissivi e frodi, che hanno alimentato i timori che tali comportamenti siano endemici e possano portare a ulteriori insolvenze.”
“Questo è un ambito in cui gli investitori, soprattutto i nuovi, tendono a ‘vendere subito e fare domande dopo’”, ha scritto JPMorgan Chase & Co. in una nota.
Gli analisti Anthony Elian e Michael Pietrini hanno inoltre espresso perplessità “sul perché tutti questi episodi creditizi ‘isolati’ sembrino verificarsi in un periodo così breve.”
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