I prezzi del petrolio sono scesi venerdì, avviandosi verso un calo settimanale di quasi il 3%, mentre gli operatori valutano l’annunciato vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin e i segnali di un possibile eccesso di offerta.
I futures sul Brent sono diminuiti di 16 centesimi, ovvero dello 0,26%, a 60,90 dollari al barile alle 06:45 GMT, mentre i futures sul West Texas Intermediate (WTI) statunitense sono calati di 15 centesimi, pari allo 0,26%, a 57,31 dollari.
Cambiamenti nello scenario geopolitico
L’annuncio a sorpresa di giovedì di un nuovo vertice Trump-Putin in Ungheria — previsto nelle prossime due settimane — ha aumentato la volatilità dei mercati. L’incontro arriva mentre Mosca esprime crescente preoccupazione per un possibile nuovo pacchetto di aiuti militari degli Stati Uniti a Kiev.
La notizia si inserisce nel contesto della visita di Volodymyr Zelenskiy a Washington, dove il presidente ucraino punta a ottenere ulteriore supporto militare, compresi i missili Tomahawk a lungo raggio. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti stanno esercitando pressioni su India e Cina per ridurre le importazioni di petrolio russo.
“Concerns of tighter supplies were eased after it was announced that Trump would be meeting with Putin to discuss ending the war in Ukraine,” ha dichiarato Daniel Hynes, analista di ANZ.
Pressioni sull’offerta
I timori sull’offerta sono stati rafforzati dai nuovi dati della U.S. Energy Information Administration, che ha riportato un aumento a sorpresa di 3,5 milioni di barili nelle scorte di greggio statunitensi la scorsa settimana, portando il totale a 423,8 milioni di barili. Gli analisti intervistati da Reuters si aspettavano un incremento molto più contenuto di 288.000 barili.
L’aumento superiore alle attese è stato attribuito alla riduzione delle attività di raffinazione durante la manutenzione stagionale. Allo stesso tempo, la produzione petrolifera statunitense è salita a un livello record di 13,636 milioni di barili al giorno, segnalando una forte disponibilità di offerta.
Il sentiment ribassista è stato rafforzato anche dalle recenti previsioni della International Energy Agency, che stima un surplus di offerta globale entro il 2026.
Nella sessione precedente, i future su Brent e WTI hanno chiuso entrambi con un calo superiore all’1%, ai minimi dal 5 maggio.
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