Il prezzo del greggio è salito leggermente giovedì, mentre gli investitori osservano con attenzione il possibile impatto sull’offerta globale del prossimo incontro tra i presidenti di Stati Uniti e Russia.
Alle 08:45 ET (12:45 GMT), i futures sul Brent per consegna a ottobre erano in rialzo dello 0,5% a 65,94 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate guadagnavano lo 0,5% a 62,97 dollari. Nonostante i guadagni giornalieri, entrambi i benchmark restano diretti verso perdite settimanali di circa l’1%.
Focus sui colloqui di pace per l’Ucraina
Il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin si incontreranno venerdì in Alaska per negoziare un possibile cessate il fuoco in Ucraina. Mercoledì, Trump ha avvertito di “conseguenze gravi” se Putin non accetterà la pace. In passato, aveva anche minacciato pesanti dazi sui principali acquirenti di petrolio russo, tra cui India e Cina.
Se Trump dovesse mantenere tali minacce —o imporre ulteriori restrizioni al settore energetico russo— l’offerta globale potrebbe ridursi, sostenendo i prezzi del greggio. Al contrario, un allentamento delle sanzioni potrebbe accentuare le pressioni ribassiste sul mercato.
“Chiaramente, c’è un rischio rialzista per il mercato se si farà poco progresso”, hanno osservato gli analisti di ING. “Questo potrebbe portare Trump a estendere dazi secondari ad altri acquirenti di energia russa. L’eccesso di offerta previsto per la parte finale di quest’anno e per il 2026, unito alla capacità inutilizzata dell’OPEC, significa che il mercato dovrebbe riuscire a gestire l’impatto di dazi secondari sull’India. Ma la situazione diventa più difficile se vediamo dazi secondari per altri acquirenti chiave di greggio russo, tra cui Cina e Turchia.”
Prospettive di offerta e aumento delle scorte pesano sul sentiment
Il calo di questa settimana dei prezzi del petrolio è stato determinato in gran parte dalle previsioni ribassiste di produzione sia dell’Energy Information Administration statunitense sia dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE).
L’AIE ha avvertito che l’offerta globale sta diventando “gonfia” dopo gli aumenti costanti di produzione da parte dell’OPEC+ nel corso dell’anno. Ha inoltre previsto un notevole surplus per il 2025 e il 2026, con un eccesso fino a 3 milioni di barili al giorno nel 2026, oltre a un rallentamento della domanda nei prossimi mesi.
A peggiorare la situazione, i dati statunitensi hanno mostrato un aumento di 3 milioni di barili delle scorte di greggio la scorsa settimana, ben oltre le previsioni di un calo di 900.000 barili. L’incremento riflette la fine della stagione estiva dei viaggi negli Stati Uniti, che di solito copre tre mesi di forte domanda di carburante prima che i consumi rallentino in autunno e in inverno.
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