I mercati petroliferi sono rimasti per lo più invariati mercoledì, mentre gli investitori valutavano gli ultimi dati sulle scorte statunitensi in vista di un incontro di alto profilo tra il presidente USA Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin.
Il Brent per ottobre è salito dello 0,1% a 66,15 dollari al barile, mentre il WTI (West Texas Intermediate) è calato dello 0,1% a 63,14 dollari al barile. Entrambi i benchmark erano scesi martedì dopo che l’American Petroleum Institute aveva riportato un aumento delle scorte statunitensi di 1,5 milioni di barili, superando le previsioni di un calo di 0,8 milioni di barili. Il dato ha sollevato dubbi sul fatto che la domanda di carburante negli Stati Uniti potrebbe indebolirsi con la fine della stagione estiva di viaggi. Il rapporto ufficiale sulle scorte della EIA è atteso più tardi mercoledì.
Focus sull’incontro Trump-Putin
Gli operatori del petrolio seguono con attenzione il prossimo incontro in Alaska tra Trump e Putin, volto a esplorare soluzioni per porre fine al conflitto in Ucraina. L’incontro arriva mentre Washington ha minacciato ulteriori sanzioni sul petrolio russo, inclusi potenziali dazi per acquirenti chiave come India e Cina. Trump aveva precedentemente ipotizzato un dazio del 50% sulle importazioni di petrolio dall’India.
Dalla parte russa, le autorità hanno mantenuto le condizioni precedenti per la fine della guerra, inclusa la completa ritirata delle forze ucraine dalle regioni occupate e l’abbandono delle aspirazioni alla NATO. La Russia controlla attualmente il 19% dell’Ucraina, inclusa Crimea, Luhansk, oltre il 70% di Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson, oltre a porzioni di Kharkiv, Sumy, Mykolaiv e Dnipropetrovsk. Gli analisti di ING hanno affermato che l’esito dell’incontro potrebbe ridurre in parte l’incertezza legata alle sanzioni sul mercato.
Pressioni su domanda e offerta
Recenti rapporti della EIA e dell’OPEC suggeriscono che l’offerta globale di petrolio aumenterà nei prossimi mesi, mettendo pressione sui prezzi. L’OPEC ha leggermente rivisto al rialzo la previsione della domanda per il 2026, mostrando un cauto ottimismo.
L’International Energy Agency (IEA) ha aggiornato al rialzo la previsione di crescita dell’offerta di petrolio per quest’anno, ma ha ridotto le proiezioni di domanda, citando una debole consumazione di carburante nelle principali economie. “La fiducia dei consumatori resta bassa e un forte rimbalzo della domanda appare improbabile,” ha avvertito l’agenzia di Parigi, evidenziando un mercato con eccesso di offerta.
Nonostante le sanzioni USA contro la Russia, la maggiore produzione e la domanda più debole hanno pesato sui prezzi del greggio nel 2025. OPEC+ ha nel frattempo aumentato le previsioni di domanda per il prossimo anno, ma ridotto le aspettative di crescita dell’offerta da parte di Stati Uniti e altri produttori extra-OPEC, suggerendo un mercato leggermente più ristretto in futuro.
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