I prezzi del petrolio sono diminuiti durante la sessione asiatica di lunedì, estendendo il forte calo della scorsa settimana, in attesa dei colloqui tra Stati Uniti e Russia che potrebbero segnare una de-escalation del conflitto in Ucraina.
A mettere ulteriore pressione, la Cina — il più grande consumatore mondiale di petrolio — ha pubblicato i dati sull’inflazione di luglio, deludendo le aspettative e mostrando pochi segnali di ripresa economica. Questo, insieme a diversi indicatori economici recenti deboli, ha reso gli investitori cauti sulle future prospettive della domanda di petrolio.
Alle 21:35 ET (01:35 GMT), i futures sul Brent con scadenza a ottobre sono scesi dello 0,8% a 66,08 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate (WTI) sono calati dello 0,8% a 62,47 dollari al barile. Entrambi i benchmark hanno registrato perdite superiori al 4% la scorsa settimana.
Focus sul summit USA-Russia e le sanzioni
È previsto un summit di alto profilo il 15 agosto, quando il presidente Donald Trump incontrerà il presidente russo Vladimir Putin per discutere possibili soluzioni alla guerra in Ucraina. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno intensificato gli sforzi per limitare le esportazioni di petrolio russe imponendo tariffe ai principali acquirenti come Cina e India.
L’amministrazione Trump ha imposto tariffe fino al 50% sull’India per scoraggiare l’acquisto di petrolio russo e ha lasciato intendere misure simili contro la Cina. Sebbene queste minacce tariffarie abbiano offerto un certo supporto ai prezzi del petrolio la scorsa settimana, le preoccupazioni più ampie sulle politiche commerciali statunitensi hanno pesato sul sentiment del mercato.
L’inflazione cinese delude; attesa per il CPI USA
L’indice dei prezzi al consumo (CPI) cinese di luglio è rimasto stabile, mentre i prezzi alla produzione sono diminuiti più del previsto, indicando tendenze deflazionistiche persistenti. Questi dati riflettono gli effetti limitati dei programmi di stimolo di Pechino e un recente allentamento delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.
Inoltre, condizioni meteorologiche avverse a luglio potrebbero aver rallentato l’attività economica cinese.
Ora tutti gli occhi sono puntati sul rapporto sul CPI USA di luglio, previsto per martedì. Qualsiasi indicazione di rallentamento dell’inflazione potrebbe aumentare le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a settembre. Dato che gli Stati Uniti sono il più grande consumatore mondiale di petrolio e considerati i potenziali aumenti di prezzo legati ai dazi, questi dati saranno attentamente monitorati.
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