Il dollaro resta stabile dopo il calo legato ai dati sull’occupazione mentre l’attenzione si sposta sulle mosse della Fed

Il dollaro USA ha mostrato un leggero recupero martedì, stabilizzandosi dopo le perdite registrate in seguito a un rapporto sull’occupazione inferiore alle attese. Gli investitori ora guardano con attenzione alla possibilità di più tagli ai tassi da parte della Federal Reserve, in presenza di crescenti segnali di rallentamento dell’economia statunitense.

Alle 04:15 ET (08:15 GMT), l’Indice del Dollaro, che misura il biglietto verde rispetto a sei valute principali, è salito dello 0,2% a 98,765, dopo aver toccato il livello minimo della settimana in apertura.

Il mercato guarda alla Fed dopo il dato del payroll

Il dollaro è entrato in pressione venerdì scorso, quando i numeri sull’occupazione di luglio sono risultati deludenti. I trader hanno rapidamente incluso nella valutazione la possibilità di allentamento monetario già a settembre.

Secondo lo strumento CME FedWatch, ora gli operatori prevedono oltre il 90% di probabilità che la Fed riduca i tassi al meeting di settembre, contro il 63% stimato solo una settimana prima.

Gli analisti di Goldman Sachs ipotizzano che la Fed avvierà una serie di tre tagli da 25 punti base a partire da settembre. Hanno anche affermato che “un movimento da 50 punti base è possibile se il tasso di disoccupazione dovesse aumentare ulteriormente nel prossimo report.”

In linea con questa visione, la presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha dichiarato lunedì che dati sempre più evidenti mostrano un indebolimento del mercato del lavoro americano e “nessun segno di inflazione persistente guidata dai dazi”, e che “i rischi ora sono sbilanciati verso più di due tagli della Fed quest’anno.”

Il prossimo dato chiave per l’economia USA sarà l’indice ISM dei servizi per luglio. Gli analisti di ING hanno precisato: “Per oggi, l’attenzione USA è rivolta alla figura ISM dei servizi di luglio. Si prevede un lieve miglioramento che potrebbe dare una spinta al dollaro.”

L’incertezza legata al commercio internazionale resta un tema centrale, dopo i nuovi dazi annunciati la scorsa settimana da Trump su importazioni da numerosi paesi, che hanno alimentato i timori sulla salute dell’economia globale.

L’euro in calo per dati del settore servizi francese peggiori delle attese

Martedì l’euro ha ceduto terreno, con EUR/USD in calo dello 0,3% a 1,1544, a causa di dati economici deludenti dalla Francia che indicano una contrazione più rapida del settore servizi.

L’indice HCOB France Services PMI è sceso a 48,5 a luglio da 49,6 a giugno, segnando il calo mensile più pronunciato da aprile, mentre l’instabilità politica e la domanda debole intaccano la fiducia aziendale.

Nel corso della giornata verrà pubblicato l’indice dei prezzi alla produzione dell’area euro per giugno, previsto in aumento dello 0,6% su base annua. Un dato modesto che potrebbe rafforzare le preoccupazioni della Banca centrale europea su una possibile inflazione sotto il target del 2%.

“EUR/USD appare piuttosto stabile intorno al livello 1.1550 e, in assenza di fattori di mercato, potrebbe mantenersi lì per un po’. Immaginiamo che i compratori tornerebbero nell’area 1.1500/1520 se i dati USA pesassero oggi su EUR/USD,” hanno affermato gli analisti di ING.

Anche la sterlina ha registrato un lieve calo: GBP/USD è scesa dello 0,1% a 1,3277, rimanendo in un range di trading ristretto.

La rupia indiana crolla per le minacce sui dazi

In Asia, USD/JPY ha guadagnato lo 0,1% a 147,25, sostenuto da dati favorevoli del PMI servizi giapponese. L’AUD/USD è salita dello 0,1% a 0,6468, mentre USD/CNY ha guadagnato lo 0,1% a 7,1856, nonostante il PMI servizi cinese di luglio sia risultato migliore del previsto.

La rupia indiana è stata duramente colpita: USD/INR è salito dello 0,2% a 87,800 dopo aver raggiunto un nuovo massimo storico. La valuta è stata indebolita dalle minacce del presidente Trump di imporre dazi elevati all’India per l’acquisto di petrolio russo.

La scorsa settimana Trump aveva già imposto dazi del 25% sui beni indiani e ha avvertito che potrebbero arrivare altre misure punitive.

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