Il dollaro statunitense ha guadagnato terreno per il secondo giorno consecutivo martedì, sostenuto da un nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. L’euro, invece, ha continuato a scendere mentre gli investitori valutavano le implicazioni dell’intesa e si preparavano alla riunione della Federal Reserve.
Alle 04:10 ET (08:10 GMT), il Dollar Index—che misura la forza del dollaro rispetto a sei valute principali—è salito dello 0,2% a 98,607, proseguendo il rialzo di lunedì.
Il biglietto verde si rafforza grazie all’ottimismo commerciale
L’accordo USA-UE ha dato slancio al dollaro. L’intesa prevede un dazio del 15% sulle importazioni di beni europei, oltre a significativi impegni di investimento da parte dell’UE.
L’Unione Europea si è impegnata a investire circa 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti e ad aumentare in modo significativo l’acquisto di energia e attrezzature militari americane.
Con la ripresa dei negoziati tra USA e Cina in Svezia, i mercati osservano se le due maggiori economie mondiali prolungheranno l’attuale tregua commerciale.
Gli investitori guardano anche ai numerosi dati economici in arrivo e alla riunione della Federal Reserve, che inizia oggi e durerà due giorni.
Tra i principali indicatori in uscita ci sono il sondaggio JOLTS, che misura le offerte di lavoro come indicatore della domanda di lavoro, e l’indice di fiducia dei consumatori del Conference Board, entrambi importanti in vista del rapporto sull’occupazione di luglio previsto per venerdì.
“In vista della riunione del FOMC di domani, che potrebbe essere positiva per il dollaro, oggi vengono pubblicati i dati JOLTS sulle offerte di lavoro e la fiducia dei consumatori di luglio. Il primo è previsto stabile (intorno a 7.500k), mentre il secondo dovrebbe salire in linea con l’andamento positivo del mercato azionario,” hanno dichiarato gli analisti di ING.
L’euro sotto pressione per le critiche all’accordo
L’euro ha perso ulteriore slancio, con il cambio EUR/USD in calo dello 0,3% a 1,1559. Il calo dell’1,3% registrato lunedì è stato il più marcato degli ultimi due mesi.
In Europa cresce il malcontento. Il primo ministro francese François Bayrou ha definito l’accordo “una giornata buia”, mentre il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha avvertito che l’economia tedesca subirà danni “significativi”.
“È da tempo che sosteniamo che EUR/USD potrebbe essere sotto pressione in questo trimestre, e probabilmente EUR/USD si trova ora in una posizione più fragile di quanto ci aspettassimo, proprio in una settimana ad alto rischio di eventi,” ha osservato ING.
“L’azione sui prezzi di EUR/USD resta molto debole. E se oggi non riuscirà a salire oltre 1,1600/1625 neanche con notizie positive, è probabile che il supporto a 1,1555 e poi a 1,1500 venga rotto.”
Anche la sterlina britannica è scesa, con il cambio GBP/USD in calo dello 0,2% a 1,3335, raggiungendo un minimo di due mesi.
“Ora c’è una base tecnica per cui GBP/USD possa scendere fino all’area di 1,3150. Questa è la nostra ipotesi in una settimana dove i rischi legati agli eventi sembrano favorire il dollaro,” ha aggiunto ING.
Yen stabile in attesa della BoJ
In Asia, lo yen giapponese è rimasto stabile, con USD/JPY in calo dello 0,1% a 148,41 dopo i guadagni di lunedì.
La Bank of Japan dovrebbe mantenere invariati i tassi d’interesse nella riunione di giovedì. Sebbene la situazione commerciale globale sembri stabilizzarsi, la politica interna giapponese resta incerta dopo la sconfitta della coalizione al governo nelle elezioni della camera alta. Si moltiplicano inoltre le voci di una possibile dimissione del primo ministro Shigeru Ishiba.
Alcuni analisti ritengono però che il recente accordo commerciale USA-Giappone possa offrire margine per futuri aumenti dei tassi entro l’anno.
Altrove, l’AUD/USD è sceso dello 0,3% a 0,6503, mentre lo USD/CNY è rimasto stabile a 7,1777.
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