UniCredit (BIT:UCG) ha alzato le stime sull’utile netto per l’intero anno 2025 a circa 10,5 miliardi di euro, dopo aver registrato un utile netto record di 3,3 miliardi nel secondo trimestre, in crescita del 24,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 20,7% rispetto al trimestre precedente.
Nei primi sei mesi del 2025, la banca ha riportato un utile netto di 6,1 miliardi di euro, il miglior risultato semestrale di sempre. Su base rettificata, escludendo elementi straordinari, l’utile netto del secondo trimestre è salito dell’8% su base annua, raggiungendo i 2,9 miliardi.
Il ritorno sul capitale tangibile (ROTE) è migliorato significativamente, attestandosi al 24,1%, rispetto al 22% del primo trimestre e al 19,8% dello stesso periodo dello scorso anno.
I ricavi del trimestre sono stati pari a 6,1 miliardi di euro, in calo del 3,3%, principalmente a causa di un impatto negativo di 335 milioni legato ai costi di copertura relativi alla consolidazione della partecipazione in Commerzbank (TG:CBK). Il margine di interesse netto è sceso del 2,8% a 3,46 miliardi di euro, mentre le commissioni si sono ridotte dell’1% a 2,1 miliardi. I ricavi da trading sono crollati del 57,7%, attestandosi a 192 milioni.
I costi operativi sono aumentati leggermente, dello 0,7%, arrivando a 2,3 miliardi, con un rapporto costi/ricavi salito al 37,8% rispetto al 36,3% dell’anno precedente. Il risultato lordo operativo è diminuito del 5,5%, a 3,8 miliardi.
Le rettifiche su crediti sono salite a 109 milioni di euro, portando il costo del rischio a 10 punti base rispetto a 1 punto base dell’anno precedente. Nonostante ciò, il rapporto tra esposizioni deteriorate lorde (NPE) è rimasto stabile al 2,6%, con accantonamenti pari a 1,7 miliardi. Le NPE lorde sono state pari a 11,7 miliardi, mentre quelle nette a 6,4 miliardi.
I profitti sugli investimenti sono aumentati a 865 milioni, grazie a una rivalutazione di 653 milioni delle partecipazioni in joint venture assicurative sulla vita e a 230 milioni di badwill legati alla consolidazione di Commerzbank. Questi risultati sono stati esclusi dagli accantonamenti per dividendi, che hanno raggiunto 2,5 miliardi nel trimestre e 5,2 miliardi nel semestre.
Il Common Equity Tier 1 (CET1) fully loaded si è attestato al 16,0%, in calo di 11 punti base rispetto al primo trimestre, nonostante una generazione organica di capitale pari a 2,4 miliardi. Gli attivi ponderati per il rischio sono saliti a 287,7 miliardi.
Guardando al futuro, la banca prevede ricavi per il 2025 superiori a 23,5 miliardi, costi operativi pari o inferiori a 9,6 miliardi e un costo del rischio intorno a 15 punti base. Il margine di interesse netto dovrebbe diminuire di una percentuale a una cifra media rispetto al 2024, mentre commissioni e risultati netti da assicurazioni sono attesi in crescita di una percentuale simile.
Le distribuzioni agli azionisti sono ora previste per almeno 9,5 miliardi, inclusi minimo 4,75 miliardi in dividendi in contanti. Un dividendo intermedio di circa 2,1 miliardi è programmato per novembre, soggetto all’approvazione del consiglio.
Gli attivi finanziari totali sono cresciuti del 3,4% su base annua, arrivando a 826,7 miliardi. Gli asset under management e custody sono aumentati del 14,7% a 178,2 miliardi, mentre gli asset assicurativi sono calati dell’1,4% a 57,3 miliardi.
La banca ha inoltre completato l’internalizzazione delle attività di bancassicurazione vita in Italia e ha incrementato la partecipazione in Alpha Bank al 20%. Ha anche convertito parte della posizione sintetica su Commerzbank in capitale, portando la quota di voto a circa il 20%.
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