L’oro scende leggermente dopo i recenti rialzi, con i negoziati sui dazi al centro dell’attenzione

I prezzi dell’oro hanno registrato un lieve calo martedì dopo il forte rialzo di lunedì, che li aveva portati ai massimi di oltre un mese. Nonostante la correzione, le preoccupazioni sui dazi statunitensi e sulle mosse dei tassi di interesse hanno mantenuto elevata la domanda di oro e altri metalli rifugio.

Alle 04:25 ET (08:25 GMT), l’oro spot è sceso dello 0,2% a 3.389,27 dollari l’oncia, dopo aver guadagnato l’1,4% lunedì. I futures sull’oro hanno perso la stessa percentuale, attestandosi intorno a 3.401,12 dollari l’oncia.

Scadenza sui dazi Usa alimenta nervosismo sui mercati

Con l’avvicinarsi della scadenza dell’1 agosto, i mercati restano tesi per i dazi in arrivo dagli Stati Uniti. L’ottimismo per un accordo commerciale tra Usa e Ue è diminuito, mentre emergono notizie secondo cui l’Ue sta preparando dazi di ritorsione in risposta all’aumento dei dazi Usa oltre le aspettative iniziali.

L’amministrazione Trump ha inoltre indicato che probabilmente la scadenza non sarà posticipata. Nelle ultime due settimane, il presidente Donald Trump ha emanato diverse lettere annunciando dazi tra il 20% e il 50% su importanti partner commerciali, aumentando l’ansia sui mercati e suscitando minacce di ritorsione.

Questa incertezza ha sostenuto la domanda di metalli preziosi come oro, argento e platino, che hanno registrato aumenti di prezzo significativi. Martedì si è osservata una presa di profitto con l’argento spot in calo dello 0,4% a 39,165 dollari l’oncia e il platino spot in discesa dello 0,5% a 1.488,10 dollari l’oncia.

I metalli industriali hanno mostrato guadagni modesti: i futures sul rame alla London Metal Exchange sono saliti dello 0,1% a 9.879,25 dollari la tonnellata, mentre i futures sul rame COMEX sono aumentati dello 0,2% a 5,6480 dollari la libbra. Gli Usa imporranno un dazio del 50% sul rame a partire dall’1 agosto.

I dati della Shanghai Futures Exchange indicano un aumento delle scorte di metalli base la scorsa settimana. Le scorte di rame sono salite di 3.094 tonnellate a 84.556 tonnellate a venerdì, l’alluminio è aumentato di 5.625 tonnellate a 108.822 tonnellate, mentre lo zinco è cresciuto del 9,3% su base settimanale a 54.630 tonnellate, il livello più alto da metà aprile.

Bernstein prevede prezzi dell’oro più alti nel lungo termine

Gli analisti di Bernstein avvertono che molti modelli tradizionali per prevedere i prezzi dell’oro sono ormai superati o inefficaci. Hanno individuato sei metodi di previsione affidabili, incentrati sulle politiche governative e monetarie, che portano a una proiezione di 3.700 dollari l’oncia entro il 2026, ben al di sopra del consenso attuale di Wall Street di 3.073 dollari.

Il dollaro rallenta leggermente in attesa della Fed

Il dollaro ha registrato un lieve calo martedì dopo due settimane di guadagni, in concomitanza con il recente rialzo dell’oro. Gli operatori si attendono che la Federal Reserve mantenga invariati i tassi di interesse nel prossimo incontro.

Tuttavia, permangono preoccupazioni sull’autonomia della Fed, tra speculazioni secondo cui il presidente Trump potrebbe tentare di sostituire il presidente Jerome Powell, che ha mostrato poco interesse a tagliare i tassi, suscitando frustrazione nell’amministrazione.

Powell parlerà più tardi nella giornata, anche se non è chiaro se si esprimerà sulla politica monetaria, dato il consueto blackout mediatico della Fed prima delle riunioni.

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