Oro in rialzo grazie a dazi e tensioni geopolitiche; argento e platino sovraperformano

I prezzi dell’oro sono saliti durante la sessione asiatica di venerdì, con una rinnovata domanda di beni rifugio a seguito delle nuove tensioni commerciali e dell’instabilità in Medio Oriente. Nonostante le recenti perdite, l’oro continua a sottoperformare rispetto ad argento e platino, che stanno vivendo una crescita più marcata.

Il dollaro statunitense, solido e destinato a chiudere la settimana in rialzo, ha limitato i guadagni dell’oro, mantenendo l’entusiasmo sotto controllo nel mercato dei metalli preziosi.

Nuovi dazi USA riaccendono l’avversione al rischio

L’incremento dell’oro è stato in parte guidato dall’annuncio del presidente USA Donald Trump, che ha imposto un dazio del 35% sulle importazioni dal Canada a partire dal 1° agosto. Questa mossa, inattesa per Ottawa, ha riacceso l’incertezza sul commercio globale, spingendo gli investitori verso asset rifugio come oro e yen giapponese.

Il conflitto in Medio Oriente mantiene alta la cautela

Anche i rischi geopolitici hanno sostenuto il rimbalzo dell’oro. Il conflitto tra Israele e Hamas continua senza segnali di tregua, con nuove operazioni militari intorno alla Striscia di Gaza. Gli sforzi diplomatici degli Stati Uniti per ottenere un cessate il fuoco proseguono, ma i progressi sono lenti, mantenendo elevato il livello di tensione regionale.

L’oro spot è salito dello 0,5% a 3.341,27 USD l’oncia, mentre i future con consegna a settembre sono aumentati dello 0,9% a 3.354,60 USD. Nonostante il rialzo, l’oro rimane bloccato in un range compreso tra 3.300 e 3.500 USD, riflettendo l’incertezza legata alla politica monetaria USA.

Argento e platino brillano

A differenza dell’oro, argento e platino stanno registrando performance molto forti. I future sull’argento sono saliti del 2,2% a 38,14 USD l’oncia, il livello più alto in quasi 14 anni. Il platino si è attestato vicino a un massimo di 11 anni a 1.420,25 USD, in crescita per la sesta settimana consecutiva, sostenuto da aspettative di offerta limitata e forte domanda industriale.

Ritracciamento del rame dopo il rally

Tra i metalli industriali, i future sul rame sono scesi dell’1,2% a 5,5620 USD per libbra dopo i forti guadagni iniziali della settimana. I contratti benchmark alla Borsa dei Metalli di Londra sono rimasti stabili a 9.700,55 USD per tonnellata.

Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

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