Oro in rialzo settimanale tra timori fiscali USA e tensioni commerciali

I prezzi dell’oro sono saliti durante la sessione asiatica di venerdì, rimbalzando dopo forti perdite registrate in settimana e avviandosi verso un solido guadagno settimanale. A sostenere la domanda per il bene rifugio sono stati i crescenti timori legati al deficit fiscale statunitense e le imminenti decisioni commerciali di Washington.

L’oro spot è aumentato dello 0,5% a 3.341,34 dollari l’oncia, mentre i future sull’oro con consegna ad agosto sono saliti dello 0,2% a 3.349,52 dollari alle 04:10 (ora italiana). Nonostante un calo di quasi l’1% giovedì, innescato da un solido rapporto sul lavoro negli USA, il metallo prezioso registra un rialzo settimanale dell’1,8%, interrompendo così due settimane consecutive di perdite.

Trump prepara dazi: in arrivo nuove tariffe USA

Il presidente Donald Trump ha annunciato giovedì che gli Stati Uniti inizieranno a notificare ai partner commerciali l’introduzione di nuove tariffe all’export già da venerdì. Invece di negoziare con oltre 170 Paesi, l’amministrazione intende imporre unilateralmente dazi fissi compresi tra il 20% e il 30%.

Finora, gli Stati Uniti hanno formalizzato accordi commerciali solo con Regno Unito e Vietnam, oltre a un’intesa parziale con la Cina. L’aumento delle tensioni commerciali globali ha contribuito a rafforzare l’appeal dell’oro come asset difensivo.

Timori fiscali sostengono l’oro, ma il lavoro USA frena il rally

Anche l’avanzata di un massiccio pacchetto di tagli fiscali ha sostenuto l’oro questa settimana. Il disegno di legge, che prevede anche più fondi per la sicurezza dei confini e una riduzione della spesa sociale, dovrebbe essere firmato da Trump entro il 4 luglio. Secondo l’Ufficio di Bilancio del Congresso, il provvedimento aggiungerà 3.400 miliardi di dollari al debito nazionale, che ha già superato i 36.000 miliardi.

Tuttavia, giovedì l’oro ha subito pressioni al ribasso dopo che i dati sul lavoro hanno mostrato una creazione di posti superiore alle attese, riducendo le probabilità di un imminente taglio dei tassi da parte della Fed.

Tassi di interesse più elevati tendono a penalizzare l’oro, poiché aumentano l’attrattiva degli asset a rendimento e il costo opportunità di detenere oro non remunerativo.

Mercati dei metalli contrastati; il dollaro resta forte

L’indice del dollaro statunitense ha ceduto lo 0,1% in Asia, mantenendo però la maggior parte dei guadagni della seduta precedente grazie ai dati occupazionali solidi.

Tra gli altri metalli, i future sul platino sono saliti dello 0,5% a 1.385,80 dollari, mentre l’argento è sceso dello 0,3% a 37,00 dollari. Il rame ha perso lo 0,3% al London Metal Exchange, chiudendo a 9.923,65 dollari la tonnellata, mentre i contratti USA sono scesi dello 0,4% a 5,115 dollari per libbra.

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