Il dollaro statunitense è sceso lunedì, mantenendosi vicino ai minimi degli ultimi anni, mentre gli investitori diventano sempre più ottimisti riguardo a potenziali accordi commerciali e alla probabilità che la Federal Reserve riduca presto i tassi d’interesse.
Alle 04:10 ET (08:10 GMT), l’Indice del Dollaro, che misura il valore del biglietto verde rispetto a un paniere di sei valute principali, è sceso dello 0,2% a 96,81, avvicinandosi al punto più basso da marzo 2022. L’indice si avvia a registrare un calo marcato del 2,6% nel mese di giugno.
Progresso negli accordi commerciali alimenta le attese di taglio dei tassi
Il sentiment di mercato è migliorato dopo gli annunci di importanti sviluppi commerciali: la scorsa settimana Stati Uniti e Cina hanno finalizzato un accordo, mentre il Canada ha abolito la tassa sui servizi digitali per rilanciare negoziati bloccati.
Inoltre, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen avrebbe espresso fiducia nel raggiungere un’intesa tra USA e UE prima della scadenza del 9 luglio, data in cui potrebbero entrare in vigore nuovi dazi su entrambe le parti. L’evitare questi dazi — potenzialmente inflazionistici — potrebbe spingere la Federal Reserve a tagliare i tassi.
L’audizione del presidente della Fed Jerome Powell al Congresso è stata vista come accomodante, suggerendo che i tagli ai tassi sono probabili se l’inflazione non dovesse aumentare a causa dei dazi quest’estate. Secondo il FedWatch Tool del CME Group, la probabilità di almeno un taglio di un quarto di punto entro settembre è salita al 91,5%, rispetto all’83% della settimana precedente.
Il prossimo meeting della Fed è previsto a luglio; non è previsto alcun incontro ad agosto. Gli investitori osservano anche un importante disegno di legge su tagli fiscali e spese al vaglio del Senato, che secondo il Congressional Budget Office potrebbe aggiungere 3,3 trilioni di dollari al debito nazionale in dieci anni.
Movimenti delle valute europee e dati economici
L’euro è salito dello 0,1% a 1,1730 contro il dollaro, vicino al massimo di venerdì scorso di 1,1754, il livello più alto da settembre 2021, beneficiando della debolezza del dollaro. I fattori economici interni hanno avuto un impatto più limitato sulla salita della moneta unica.
Le vendite al dettaglio in Germania sono calate bruscamente dell’1,6% a maggio rispetto ad aprile, mettendo in dubbio le prospettive di forte crescita economica nel secondo trimestre per la più grande economia europea. Nel frattempo, i dati sull’inflazione in arrivo da Germania e Italia dovrebbero mostrare una lieve accelerazione dell’inflazione nell’Eurozona.
Gli analisti di ING hanno osservato che, mentre i mercati attualmente prezzano il primo taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea a dicembre, esiste un crescente rischio di un aggiustamento più accomodante a breve.
La sterlina britannica è scesa dello 0,1% a 1,3705 contro il dollaro, poco sotto il picco di giovedì scorso di 1,3770, il livello più alto da ottobre 2021. L’economia britannica è cresciuta dello 0,7% nel primo trimestre del 2025, il ritmo più veloce da un anno, ma la Banca d’Inghilterra prevede una crescita più lenta, intorno allo 0,25%, nel secondo trimestre.
Focus sui mercati asiatici
In Asia, lo yen giapponese si è rafforzato leggermente, con USD/JPY in calo dello 0,4% a 144,07, nonostante una crescita della produzione industriale a maggio inferiore alle attese.
Lo yuan cinese ha guadagnato terreno, con USD/CNY in calo dello 0,1% a 7,1654, vicino al massimo da novembre. I dati recenti sul PMI hanno mostrato che il settore manifatturiero cinese si è contratto a un ritmo inferiore al previsto a giugno, mentre l’attività non manifatturiera è migliorata. Questo segnala un certo recupero delle condizioni economiche, favorito dalla riduzione dei dazi dopo gli accordi commerciali USA-Cina. Tuttavia, il manifatturiero si è contratto per il terzo mese consecutivo, riflettendo la pressione dei dazi elevati e la domanda interna debole.
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