I prezzi dell’oro sono saliti durante la sessione asiatica di lunedì, recuperando da un minimo di un mese grazie all’indebolimento del dollaro USA. Tuttavia, la domanda di beni rifugio è rimasta contenuta a causa del calo delle tensioni in Medio Oriente e delle speranze legate a importanti accordi commerciali USA.
L’oro spot è aumentato dello 0,5% a 3.290,25 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro di agosto sono saliti dello 0,4% a 3.300,00 dollari l’oncia alle 02:00 ET (06:00 GMT). Il metallo prezioso era sceso di quasi il 3% la scorsa settimana, segnando la sua flessione settimanale più marcata da inizio maggio. Nonostante queste perdite, l’oro dovrebbe chiudere il mese sostanzialmente invariato, dopo che i guadagni iniziali generati dai conflitti geopolitici sono stati compensati dal recente cessate il fuoco tra Israele e Iran.
Il dollaro debole sostiene l’oro, mentre gli accordi commerciali influenzano il sentiment di mercato
Il cessate il fuoco negoziato la scorsa settimana dal presidente USA Donald Trump tra Israele e Iran ha ridotto i rischi geopolitici, riducendo l’appeal dell’oro come bene rifugio. Sul fronte commerciale, l’ottimismo è stato alimentato da un recente accordo USA-Cina firmato a Ginevra, che ha affrontato le esportazioni di terre rare e ridotto alcune barriere commerciali chiave.
Inoltre, un accordo commerciale tra USA e Regno Unito è entrato in vigore lunedì, riducendo le tariffe sulle auto al 10% e rimuovendo completamente i dazi sui componenti aeronautici. Tuttavia, il mercato resta cauto in vista della scadenza del 9 luglio, quando potrebbero essere reintegrate le tariffe su altri partner commerciali, così come quelle globali sull’acciaio e l’alluminio.
L’oro ha beneficiato anche di un dollaro USA più debole, con i trader che si aspettano sempre più un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve entro settembre. L’indice del dollaro USA è sceso dello 0,2% durante le ore di contrattazione asiatiche, mantenendosi vicino a un minimo di tre anni.
Altri metalli mostrano movimenti misti; il platino è pronto per un’impennata mensile
Il calo del dollaro rende oro e altre materie prime più accessibili agli acquirenti con valute diverse, aumentando la domanda. I futures sul platino sono saliti dell’1,9% a 1.377,00 dollari, dopo un recente ritracciamento da un massimo decennale, posizionando il metallo per un guadagno superiore al 30% nel mese.
I futures sull’argento sono rimasti relativamente stabili, scambiando intorno a 36,05 dollari l’oncia. I futures sul rame alla London Metal Exchange sono rimasti invariati a 9.888,95 dollari per tonnellata, mentre i futures statunitensi sul rame sono aumentati dello 0,7% a 5,13 dollari per libbra.
I guadagni del rame sono stati limitati dai dati che mostrano come il settore manifatturiero cinese sia diminuito a giugno, segnalando una debolezza continua nella domanda esterna, aggravata dai dazi statunitensi elevati che colpiscono il più grande consumatore mondiale di rame.
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