Oro stabile grazie al calo del dollaro e alla tregua tra Israele e Iran

I prezzi dell’oro sono rimasti stabili nelle prime ore di scambio in Asia giovedì, sostenuti dall’indebolimento del dollaro statunitense dopo nuove tensioni politiche tra l’ex presidente Donald Trump e il presidente della Federal Reserve Jerome Powell. Anche l’allentamento delle tensioni geopolitiche, grazie a una tregua tra Israele e Iran, ha contribuito alla stabilità del metallo prezioso.

L’oro spot è rimasto fermo a $3.336,65 l’oncia, mentre i future con scadenza ad agosto sono saliti dello 0,1% a $3.347,45 alle 01:08 ET (05:08 GMT). I prezzi del metallo avevano subito un calo nei giorni precedenti, quando l’annuncio della tregua aveva ridotto la domanda di beni rifugio.

Trump attacca la Fed durante le audizioni al Congresso

Il dollaro ha perso terreno dopo che Trump ha criticato duramente Powell, definendolo “terribile” e lasciando intendere che potrebbe essere sostituito. Powell, durante la sua seconda giornata di audizioni al Congresso, ha ribadito la necessità di non affrettare i tagli ai tassi, avvertendo che l’inflazione legata ai dazi potrebbe durare più del previsto.

Le dichiarazioni di Trump hanno sollevato nuove preoccupazioni sull’indipendenza della Fed, spingendo al ribasso il dollaro e sostenendo i prezzi dell’oro. L’indice del dollaro USA è sceso dello 0,3% nelle ore asiatiche.

Domanda di beni rifugio ridotta grazie alla tregua

Nonostante il calo del dollaro, i guadagni dell’oro sono rimasti contenuti. La tregua tra Israele e Iran ha ridotto i premi di rischio geopolitico, indebolendo l’interesse degli investitori per i beni rifugio.

Il platino guida i rialzi grazie a domanda forte e offerta limitata

Sul fronte degli altri metalli, il platino ha registrato i maggiori rialzi. I future sono saliti dell’1,6% a $1.372,60 l’oncia, toccando i livelli più alti dal settembre 2014. Il metallo ha guadagnato quasi il 9% questa settimana e il 30% nel mese di giugno, spinto dalla domanda industriale e da scorte limitate.

Argento e rame beneficiano del dollaro debole e dei segnali dalla Cina

I future sull’argento sono saliti dello 0,7% a $36,355 l’oncia, sostenuti dal calo del dollaro e da una prospettiva positiva sulla domanda industriale.

Anche i prezzi del rame hanno registrato rialzi. I future sul rame alla Borsa dei Metalli di Londra sono saliti dello 0,5% a $9.770,35 per tonnellata, mentre quelli statunitensi sono cresciuti dello 0,3% a $4,94 per libbra. A spingere il mercato sono stati anche i segnali da Pechino, che ha promesso misure più forti per stimolare i consumi interni.

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