Le Borse Europee Scendono per i Timori di un’escalation in Medio Oriente; Riflettori Sulle Banche Centrali

Le borse europee sono scese giovedì, con le speculazioni su un possibile intervento degli Stati Uniti in Medio Oriente che mantengono gli investitori cauti, in vista di una serie di riunioni delle banche centrali.

Alle 07:15 GMT, l’indice DAX in Germania è calato dello 0,7%, il CAC 40 in Francia ha perso lo 0,7% e il FTSE 100 nel Regno Unito è sceso dello 0,4%.

Gli Stati Uniti si uniranno al conflitto Israele-Iran?

Israele e Iran hanno continuato a scambiarsi attacchi aerei giovedì, ma è la rinnovata speculazione su un possibile intervento degli Stati Uniti contro le infrastrutture nucleari e missilistiche iraniane a scuotere i mercati, minacciando un ampliamento del conflitto regionale.

Il presidente americano Donald Trump ha alimentato le ipotesi mercoledì, dicendo: “Potrei farlo. Potrei non farlo. Voglio dire, nessuno sa cosa farò”, in risposta alla domanda su una decisione in merito a un possibile intervento a fianco di Israele.
“Posso dirvi questo: l’Iran ha molti problemi, e vuole negoziare”, ha aggiunto.

Bloomberg ha riferito giovedì che alti funzionari statunitensi stanno preparando un possibile attacco contro l’Iran già nel fine settimana, sebbene la situazione resti incerta.

La Guida Suprema iraniana, Ayatollah Ali Khamenei, ha respinto mercoledì la precedente richiesta di resa da parte di Trump, nella sua prima apparizione pubblica da venerdì.
“Qualsiasi intervento militare degli Stati Uniti sarà accompagnato da danni irreparabili”, ha dichiarato in un discorso registrato trasmesso in televisione. “La nazione iraniana non si arrenderà.”

L’Iran nega di voler sviluppare armi nucleari, sostenendo che il suo programma ha solo scopi pacifici. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha affermato la scorsa settimana che Teheran ha violato gli obblighi di non proliferazione per la prima volta in 20 anni.

Fed ferma, occhi sulle banche centrali europee

La Federal Reserve ha lasciato invariato il tasso d’interesse di riferimento tra il 4,25% e il 4,5%, come previsto. Il presidente Jerome Powell ha ribadito l’approccio prudente della banca centrale, segnalando un possibile aumento dell’inflazione dovuto ai dazi commerciali proposti da Trump.

Powell ha confermato l’ipotesi di due tagli dei tassi nel 2025, ma ha rivisto al ribasso le previsioni per il 2026.

I mercati statunitensi resteranno chiusi giovedì per la festività del Juneteenth, mentre l’attenzione si sposta ora sulle banche centrali europee, con decisioni attese da Norvegia, Svizzera e Regno Unito.

La Banca d’Inghilterra dovrebbe mantenere i tassi invariati, ma gli investitori osserveranno attentamente la distribuzione dei voti e le indicazioni future, con la maggior parte degli analisti che prevede un taglio ad agosto.

La Banca Nazionale Svizzera potrebbe invece abbassare i tassi, forse tornando in territorio negativo, mentre la Norges Bank norvegese dovrebbe lasciare i tassi invariati.

Vodafone nomina un nuovo CFO

Scarseggiano i dati macroeconomici in Europa e anche le trimestrali societarie di rilievo.

Vodafone ha annunciato che Pilar López di Microsoft assumerà il ruolo di Chief Financial Officer a partire dal 1° ottobre, sostituendo Luka Mucic.

Il gruppo Frasers ha annunciato che non presenterà un’offerta per l’acquisizione della rivale britannica nel settore cosmetico Revolution Beauty.

Il greggio sale per il rischio conflitto

I prezzi del petrolio sono saliti giovedì, mentre i trader valutano l’eventualità di un intervento americano nel conflitto tra Iran e Israele.

Alle 03:15 ET, i futures del Brent sono saliti dell’1% a 77,47 dollari al barile, mentre i futures del WTI statunitense sono aumentati dell’1,1% a 74,31 dollari.

Un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti amplierebbe il conflitto, aumentando il rischio per le infrastrutture energetiche nella regione.

Goldman Sachs ha dichiarato mercoledì che un premio di rischio geopolitico di circa 10 dollari al barile è giustificato, vista la riduzione delle forniture iraniane e il potenziale impatto sul mercato che potrebbe spingere il Brent oltre i 90 dollari.

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