Dow Jones, S&P, Nasdaq: i mercati reagiscono al conflitto Israele-Iran, ai dati sulle vendite al dettaglio USA e al cambio di rotta della Banca del Giappone

I future sugli indici statunitensi sono scesi martedì a causa delle crescenti tensioni in Medio Oriente, dove i continui scontri tra Israele e Iran inducono gli investitori alla cautela. Sebbene persistano speranze per un cessate il fuoco, secondo quanto riportato, continuano i colloqui dietro le quinte, inclusa la possibilità di negoziati tra funzionari statunitensi e Teheran. Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lasciato anticipatamente il vertice del G7 in Canada, negando che la decisione sia collegata ai negoziati per un cessate il fuoco. Sul fronte economico, l’attenzione si concentra sui dati sulle vendite al dettaglio statunitensi attesi per la giornata, mentre la Banca del Giappone ha annunciato un rallentamento nella riduzione dei suoi acquisti mensili di obbligazioni a partire dal prossimo anno fiscale.

Future in calo a causa dei rischi geopolitici

Nella prima mattinata di martedì, i future del Dow Jones erano in calo di 330 punti (-0,8%), quelli dello S&P 500 scendevano dello 0,7% e quelli del Nasdaq 100 perdevano 157 punti (-0,7%). Questo dopo una giornata positiva a Wall Street lunedì, grazie a un allentamento delle preoccupazioni riguardanti gli scambi di attacchi aerei tra Israele e Iran, secondo gli analisti.

I commenti di Trump al vertice del G7 hanno suscitato un cauto ottimismo su nuovi accordi commerciali, in particolare con il Canada, nonostante le continue tensioni legate ai dazi. Il Canada, importante fornitore di acciaio e alluminio agli Stati Uniti, è ancora soggetto a tariffe, ma sono in corso trattative che potrebbero portare a un nuovo accordo economico e di sicurezza entro un mese. Trump ha anche firmato un accordo commerciale con il Regno Unito che prevede una riduzione di alcuni dazi all’importazione, sebbene quelli su acciaio e alluminio restino controversi.

Il conflitto in Medio Oriente si intensifica

L’esercito israeliano ha annunciato numerosi attacchi contro obiettivi militari iraniani, tra cui depositi e siti di lancio di missili nell’Iran occidentale. Inoltre, le forze israeliane hanno dichiarato di aver ucciso un alto generale iraniano a Teheran durante la notte, anche se l’Iran non ha confermato l’accaduto. Secondo alcune fonti, funzionari statunitensi starebbero valutando l’avvio di colloqui sul nucleare con Teheran, nel tentativo di allentare le tensioni. Tuttavia, Teheran avrebbe posto come condizione che Israele interrompa i suoi attacchi aerei prima di accettare negoziati.

Il presidente Trump ha mantenuto una linea dura, invitando i civili a evacuare Teheran e insistendo sul fatto che l’Iran non deve arricchire uranio, nonostante le rassicurazioni di Teheran secondo cui non punta alla costruzione di armi nucleari.

Prezzi di petrolio e oro stabili

I prezzi del petrolio hanno registrato un leggero aumento in mezzo alla crisi, mentre l’oro è rimasto stabile, continuando a fungere da bene rifugio in un contesto di incertezza geopolitica.

L’uscita anticipata di Trump dal G7

Trump ha lasciato il vertice del G7 in anticipo, negando che la sua partenza fosse legata ai negoziati per il cessate il fuoco, definendola invece dovuta a “qualcosa di molto più grande”. Prima della sua partenza, i leader del G7 hanno rilasciato una dichiarazione in cui invitano a una de-escalation del conflitto, riaffermando però il loro sostegno a Israele e condannando l’Iran come forza destabilizzante nella regione.

L’attenzione si sposta sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti

Gli investitori attendono ora i dati sulle vendite al dettaglio statunitensi di maggio, con gli economisti che prevedono un calo dello 0,5% su base mensile dopo un aumento dello 0,1% ad aprile. Nonostante le preoccupazioni per i dazi, la fiducia dei consumatori negli Stati Uniti è migliorata a giugno — il primo aumento da sei mesi — grazie in parte alle speranze di una riduzione delle tensioni commerciali con la Cina. Tuttavia, l’aumento dei rischi geopolitici e l’eventuale rialzo dei prezzi del petrolio potrebbero minacciare questo fragile ottimismo.

La Banca del Giappone rallenta il tapering degli acquisti obbligazionari

La Banca del Giappone ha mantenuto invariati i tassi d’interesse allo 0,5%, come previsto, e ha annunciato un piano per rallentare gradualmente la riduzione dei suoi acquisti mensili di obbligazioni a partire da aprile 2026, passando da 400 miliardi di yen a 200 miliardi per trimestre. Questo approccio prudente mira a sostenere l’economia limitando al contempo la volatilità del mercato, in un contesto già complicato dai dazi statunitensi.

La decisione della BOJ arriva poco prima di una serie di importanti riunioni di banche centrali previste per questa settimana, inclusa l’attesa comunicazione della Federal Reserve americana mercoledì.

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