L’antitrust italiana chiude l’indagine su Dior con impegni per finanziare la lotta allo sfruttamento lavorativo

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha chiuso l’indagine su Dior, di proprietà del gruppo LVMH, e due sue controllate in merito a possibili dichiarazioni fuorvianti sui diritti dei lavoratori nella filiera produttiva, affermando che, pur non avendo riscontrato illeciti, l’azienda ha preso una serie di impegni volontari.

Tra gli impegni assunti, Dior verserà 2 milioni di euro (circa 2,3 milioni di dollari) in cinque anni per sostenere iniziative — aperte anche ad altri marchi — a favore delle vittime di sfruttamento lavorativo.

Dior si è inoltre impegnata a modificare le proprie dichiarazioni in materia di responsabilità etica e sociale e ad adottare procedure più rigorose per la selezione e il monitoraggio dei fornitori, ha dichiarato l’Autorità mercoledì.

Lo scorso anno, i procuratori di Milano avevano scoperto laboratori in cui lavoratori sottopagati, spesso immigrati presenti irregolarmente in Italia, producevano borse in pelle poi rivendute a Dior e Armani a una frazione minima del prezzo al dettaglio.

Queste rivelazioni hanno spinto l’AGCM ad avviare un’indagine per valutare se i marchi del lusso avessero ingannato i consumatori in merito alle condizioni di produzione.

L’Autorità ha spiegato che l’indagine si è concentrata sulle discrepanze tra la realtà emersa dalle indagini giudiziarie sul lavoro e i messaggi promossi dai brand ai consumatori in termini di artigianalità e responsabilità sociale d’impresa.

Nel 2023, i procuratori hanno nominato dei commissari per supervisionare le controllate di Dior e Armani coinvolte nell’esternalizzazione della produzione di borse, al fine di garantire la correzione delle criticità nella catena di fornitura. Questo regime di amministrazione straordinaria è stato revocato all’inizio del 2025.

La scorsa settimana, un tribunale italiano ha posto sotto amministrazione giudiziaria per un anno una controllata del marchio Valentino, dopo aver scoperto abusi nei confronti dei lavoratori nella sua catena produttiva, ultimo episodio di una serie che ha danneggiato l’immagine del settore del lusso.

(1 dollaro = 0,8834 euro)

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