Le borse europee scendono; l’economia del Regno Unito mostra una solida crescita nel primo trimestre

Gli indici azionari europei sono leggermente scesi giovedì, mentre gli investitori cercavano nuovi catalizzatori dopo che lo slancio generato dall’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina sembrava essersi esaurito.

Alle 09:05, l’indice DAX in Germania era in calo dello 0,5%, il CAC 40 in Francia dello 0,3% e il FTSE 100 nel Regno Unito dello 0,5%.

Alla ricerca di nuovi catalizzatori

Gli investitori avevano reagito positivamente all’annuncio, nei giorni scorsi, di un accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti, le due maggiori economie mondiali. Tuttavia, ulteriori rialzi si stanno rivelando difficili da raggiungere, poiché cresce la consapevolezza che l’incertezza sull’outlook economico globale e sui negoziati commerciali tra Stati Uniti e zona euro resta elevata.

La volatilità si è attenuata e gli investitori ora cercano nuovi stimoli per indirizzare il mercato, con l’attenzione che si concentra sui dati macroeconomici e i risultati trimestrali delle società.

L’economia britannica sorprende in positivo

L’economia del Regno Unito ha registrato una crescita inattesa nel mese di marzo, secondo i dati ufficiali diffusi giovedì. Il prodotto interno lordo è salito dello 0,2% rispetto a febbraio, superando le previsioni di una variazione nulla.

Nel primo trimestre, il PIL è cresciuto dello 0,7%, al di sopra delle attese dello 0,6%, con l’espansione trainata soprattutto dal settore dei servizi, anche se la manifattura ha mostrato un buon recupero dopo un periodo di calo.

Sebbene si tratti indubbiamente di una notizia positiva, la Banca d’Inghilterra ha avvertito la scorsa settimana che questo slancio potrebbe essere solo temporaneo.

Nel corso della giornata è attesa anche la pubblicazione della stima preliminare del PIL dell’Eurozona per il primo trimestre, e i dati del Regno Unito potrebbero alimentare le speranze per una sorpresa positiva.

La Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi di interesse sette volte nell’ultimo anno e ci si aspetta ampiamente che prosegua su questa linea nella prossima riunione di inizio giugno.

Siemens sorprende nel secondo trimestre

Giovedì prosegue anche la stagione delle trimestrali in Europa.

Siemens (TG:SIE) ha riportato risultati migliori delle attese per il secondo trimestre fiscale, sostenuta da un recupero della domanda di automazione in Cina e dall’aumento degli ordini per treni in USA ed Europa.

Merck (NYSE:MRK) ha rivisto al ribasso le previsioni per il 2025 a causa delle difficoltà legate ai cambi valutari e alle incertezze sui dazi, pur registrando una solida crescita in tutti e tre i suoi segmenti di business nel primo trimestre.

Thyssenkrupp (TG:TKA) ha confermato l’outlook per l’intero anno fiscale e si aspetta un ambiente di mercato più stabile nella seconda metà del 2025, dopo che prezzi più bassi, calo della domanda e fermi tecnici per manutenzione hanno pesato sui risultati trimestrali.

Il petrolio scende sui colloqui per l’accordo nucleare con l’Iran

I prezzi del petrolio sono crollati giovedì, prolungando le recenti perdite, a causa delle crescenti aspettative su un possibile accordo nucleare tra Stati Uniti e Iran, che si aggiungono ai timori per un calo della domanda dopo un aumento a sorpresa delle scorte USA.

Alle 09:05, i future sul Brent erano in calo del 3,1% a 64,06 euro al barile, mentre i future sul WTI statunitense cedevano il 3,2% a 61,12 euro al barile.

Entrambi i benchmark avevano perso meno dell’1% mercoledì, chiudendo un rally di quattro giorni e scendendo dai massimi di due settimane toccati all’inizio della settimana.

Un funzionario iraniano ha dichiarato alla NBC News che Teheran sarebbe disposta ad accettare un accordo con gli Stati Uniti in cambio della revoca delle sanzioni economiche.

Un eventuale accordo potrebbe consentire all’Iran di esportare più petrolio sul mercato globale, aumentando l’offerta e alterando l’equilibrio tra domanda e offerta mondiale.

Inoltre, i dati dell’Energy Information Administration hanno mostrato un aumento delle scorte di greggio di 3,5 milioni di barili nella settimana terminata il 9 maggio, segnalando un possibile calo della domanda nel più grande consumatore mondiale di energia.

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