Le borse europee stabili mentre gli investitori digeriscono gli utili societari e i dati sull’inflazione

Gli indici azionari europei sono rimasti stabili mercoledì dopo i recenti guadagni, mentre gli investitori hanno assimilato nuovi risultati societari e dati chiave sull’inflazione.

Alle 09:05 (ora italiana), l’indice DAX in Germania è salito dello 0,3%, mentre il CAC 40 in Francia è rimasto sostanzialmente invariato e il FTSE 100 nel Regno Unito è sceso dello 0,1%.

Volatilità in calo

La notizia di un accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti, le due maggiori economie del mondo, ha permesso alla maggior parte dei mercati azionari principali di recuperare le perdite subite dopo l’annuncio da parte del presidente USA Donald Trump dei piani tariffari.

I titoli statunitensi sono tornati in territorio positivo da inizio anno, mentre le azioni europee sono ora leggermente al di sopra dei livelli del 2 aprile, il cosiddetto “Giorno della Liberazione”.

La volatilità sta diminuendo con il ritorno della stabilità nei mercati, e gli investitori tornano a concentrarsi su questioni più regolari, come i dati economici in arrivo e i risultati trimestrali delle aziende.

L’inflazione tedesca rallenta ad aprile

L’inflazione in Germania è ulteriormente rallentata al 2,2% ad aprile, secondo quanto riportato mercoledì dall’Ufficio federale di statistica, confermando i dati preliminari.

I prezzi al consumo tedeschi, armonizzati per essere confrontabili con quelli degli altri paesi dell’Unione Europea, erano aumentati del 2,3% su base annua a marzo.

I dati equivalenti per la Spagna saranno pubblicati più tardi nella sessione, seguiti giovedì dai dati sull’inflazione francese e dalla crescita del PIL dell’area euro per il primo trimestre.

La Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi d’interesse sette volte nell’ultimo anno ed è ampiamente previsto un nuovo taglio nella prossima riunione di inizio giugno.

C’è spazio per un ulteriore taglio dei tassi da parte della BCE entro l’estate, ha dichiarato martedì il consigliere François Villeroy de Galhau in un’intervista al gruppo editoriale EBRA.

Villeroy – che è anche governatore della Banque de France – ha affermato che gli Stati Uniti potrebbero vedere un aumento dell’inflazione a causa delle tariffe imposte da Trump, mentre l’Europa dovrebbe esserne risparmiata.

“Non vediamo un’accelerazione dell’inflazione. Il protezionismo dell’amministrazione Trump porterà a una ripresa dell’inflazione negli Stati Uniti, ma non in Europa, il che potrebbe permettere un nuovo taglio dei tassi entro l’estate”, ha detto.

Vendite Q4 di Burberry sorprendono positivamente

Il settore tecnologico sarà probabilmente sotto i riflettori in Europa mercoledì, dopo che le aziende statunitensi di semiconduttori Nvidia (NASDAQ:NVDA) e AMD (NASDAQ:AMD) hanno annunciato importanti accordi sull’intelligenza artificiale in Medio Oriente.

Altrove, il marchio di lusso britannico Burberry (LSE:BRBY) ha riportato vendite del quarto trimestre e utile operativo rettificato superiori alle attese.

E.ON (TG:EOAE) ha registrato un aumento del 18% dell’Ebitda rettificato nel primo trimestre del 2025, grazie a maggiori investimenti e a una migliore performance operativa in tutti i segmenti core del colosso elettrico tedesco.

Ferrovial (EU:FER) ha comunicato un aumento del 19% dell’Ebitda nel primo trimestre, sostenuto da una forte performance nel business delle autostrade a pedaggio negli Stati Uniti.

Lundbeck (TG:LDBB) ha alzato le previsioni su ricavi e utili per l’intero anno, dopo aver riportato un incremento del 16% nei ricavi del primo trimestre.

La compagnia telefonica spagnola Telefonica (NYSE:TEF) ha riportato una forte perdita netta nel primo trimestre, a seguito di una svalutazione delle unità vendute in Perù e Argentina.

Alstom (EU:ALO) prevede un aumento del margine operativo rettificato per l’esercizio 2025/26, dopo aver registrato un flusso di cassa libero annuale ben oltre le aspettative del mercato.

Il greggio cala per aumento delle scorte USA

I prezzi del petrolio sono scesi leggermente mercoledì, dopo aver raggiunto i massimi delle ultime due settimane, in seguito a un forte aumento delle scorte statunitensi che ha sollevato preoccupazioni sulla domanda.

Alle 09:05 (ora italiana), i future sul Brent sono scesi dello 0,5% a 66,32 dollari al barile, mentre i future sul WTI statunitense sono calati dello 0,5% a 63,38 dollari al barile.

Le scorte di greggio USA sono aumentate di 4,3 milioni di barili nella settimana conclusasi il 9 maggio, secondo i dati dell’American Petroleum Institute pubblicati martedì.

I dati ufficiali settimanali dell’EIA (U.S. Energy Information Administration) saranno pubblicati più tardi nella giornata e potrebbero indicare che la domanda continua ad affrontare sfide significative.

Entrambi i benchmark erano saliti di oltre il 2,5% nella sessione precedente, aggiungendosi ai guadagni di lunedì, dopo che Cina e Stati Uniti – i due maggiori consumatori mondiali di greggio – hanno concordato una tregua commerciale di almeno 90 giorni, riducendo i rispettivi dazi.

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