Le borse europee — DAX, CAC e FTSE100 — sono tornate in calo venerdì, dopo aver registrato nella giornata precedente i maggiori guadagni giornalieri dal 2022, in seguito alla decisione del presidente statunitense Donald Trump di posticipare di 90 giorni l’introduzione di nuovi dazi.
L’euro è salito al livello più alto contro il dollaro da oltre tre anni, dopo che l’UE ha annunciato che sospenderà per 90 giorni le contromisure previste contro i dazi di Trump. Anche la sterlina ha registrato un forte rialzo grazie a nuovi dati che mostrano una crescita dell’economia britannica superiore alle attese nel mese di febbraio.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato oggi che la sospensione dei dazi da parte degli Stati Uniti rappresenta solo una “pausa fragile” nelle tensioni, ma costituisce un’opportunità cruciale per avviare negoziati.
L’indice paneuropeo STOXX 600 è in calo dello 0,3% a quota 485,82, dopo un rally del 3,7% giovedì. L’indice tedesco DAX perde l’1,3%, mentre il francese CAC 40 scende dello 0,5%. Il FTSE 100 del Regno Unito si distingue in controtendenza, salendo dello 0,5%.
Le azioni di Stellantis NV sono scese bruscamente. Il colosso automobilistico ha riportato un calo del 9% nelle spedizioni del primo trimestre rispetto all’anno precedente.
Anche BP Plc ha registrato un calo significativo. Il gruppo energetico ha avvertito di una performance “debole” nel trading di gas e di un aumento del debito nel primo trimestre.
Sul fronte economico, l’economia britannica è cresciuta a un ritmo superiore alle attese nel mese di febbraio, con aumenti in tutti i principali settori, secondo quanto rivelato dai dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica (ONS).
Il PIL reale è cresciuto dello 0,5% rispetto al mese precedente, dopo una crescita nulla a gennaio. Gli analisti si aspettavano un aumento dello 0,1%. Su base annua, il PIL reale è aumentato dell’1,4%, superando le previsioni degli economisti che indicavano un +0,9%.
Nel frattempo, secondo un rapporto elaborato da S&P Global, i reclutatori britannici hanno registrato a marzo il maggiore aumento da oltre quattro anni dell’offerta di lavoro permanente e temporaneo, mentre i collocamenti lavorativi sono diminuiti in modo significativo a causa di una minore fiducia economica e di budget più rigidi da parte dei clienti.
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