La guerra dei dazi non fermerà l’offerta pubblica di scambio lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) su Mediobanca (BIT:MB). A rassicurare gli investitori sulla strategia della banca più antica del mondo ancora in attività è l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, intervenuto durante un’intervista alla CNBC.
MPS “è tornata” ed è “padrona del proprio destino”, ha dichiarato il manager al sito statunitense, aggiungendo che, “nonostante le turbolenze attualmente in corso sui mercati”, MPS “porterà a termine l’accordo a luglio”.
Questa situazione di mercato “non influenzerà il nostro accordo, anzi, conferma che la dimensione conta ed è necessario diversificare i ricavi,” ha continuato Lovaglio, sottolineando che, se fossero già un’entità combinata, sarebbero “più forti” e avrebbero “la capacità di reagire molto più rapidamente”.
Lovaglio ha poi difeso l’operazione, sostenendo che l’offerta per Mediobanca implica un “prezzo equo”, senza specificare se la banca possa migliorare la proposta per renderla più appetibile agli azionisti di Mediobanca.
L’offerta di MPS arriva in un momento in cui sono in corso diversi tentativi di consolidamento nel settore bancario italiano, come quello di UniCredit (BIT:UCG) per acquistare Banco BPM (BIT:BAMI) per circa 10 miliardi di euro.
Lovaglio ritiene che queste operazioni rappresentino la prima ondata di consolidamento interno per le banche italiane. “Credo che questa sia la prima fase del consolidamento e probabilmente ne avremo una seconda tra due anni. Ecco perché, unendo MPS e Mediobanca, potremo tornare a essere protagonisti,” ha concluso l’AD.
Sebbene l’offerta sia stata accolta negativamente dal management di Mediobanca, alcuni analisti hanno messo in guardia sulle sinergie limitate derivanti dalla fusione tra le due banche. Ieri, Barclays (LSE:BARC) ha abbassato il rating sul titolo MPS da “overweight” a “equal-weight”, riducendo il target price da 8 a 7,4 euro rispetto ai 6,023 euro di questa mattina (+1%).
Per il broker britannico, se Siena decidesse di “spendere di più per convincere la maggioranza degli azionisti istituzionali di Mediobanca, il capitale in eccesso potrebbe ridursi”, un elemento considerato fonte di incertezza per il titolo.
Il downgrade su MPS non sorprende del tutto gli osservatori di mercato, che da settimane registrano un clima di maggiore cautela attorno al titolo. Nonostante sia appena uscita da una fase importante di rilancio e ricapitalizzazione, l’istituto senese paga ancora l’incertezza strutturale e le difficoltà di posizionamento in un mercato sempre più competitivo.
Barclays, nella revisione del target price, segnala che le prospettive di espansione sono più limitate rispetto a quelle di altri istituti. L’impressione è che, in attesa di una stabilizzazione definitiva della struttura azionaria e delle strategie di crescita, la banca debba ancora affrontare una fase di consolidamento interno prima di tornare ai vertici dell’interesse degli investitori internazionali.
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