Il dollaro appesantito dai timori di recessione; la sterlina colpita da un outlook debole

Il dollaro statunitense ha mantenuto un andamento stabile martedì, ma è rimasto vicino ai minimi recenti a causa dei timori crescenti che la guerra commerciale possa provocare una recessione negli Stati Uniti, mentre la sterlina ha subito un calo a causa delle preoccupazioni sulla crescita del Regno Unito.

Alle 03:55 ET (07:55 GMT), il Dollar Index, che misura la performance del biglietto verde rispetto a un paniere di sei altre valute, è rimasto stabile a 103,001, ancora in calo di oltre l’1% da quando sono stati annunciati i dazi.

Il dollaro resta fragile

Il dollaro ha trovato poco sostegno di recente, a causa dei timori crescenti di una recessione negli Stati Uniti, con i mercati che stanno aumentando le scommesse su un possibile taglio anticipato dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve per contrastare l’impatto potenziale dei dazi imposti dal presidente Donald Trump.

Detto ciò, i mercati valutari restano fragili, con grande attenzione rivolta ai mercati azionari, visto che le borse globali sono crollate da quando Trump ha annunciato i dazi la scorsa settimana.

“Le ultime sedute hanno ristabilito un certo senso di normalità nelle correlazioni valutarie. Se le borse trovano un po’ di respiro, il dollaro potrebbe restare debole oggi,” hanno scritto gli analisti di ING in una nota.

“Tuttavia, saremmo cauti nel inseguire forti rimbalzi nelle valute ad alto beta, e in particolare in quelle sensibili al petrolio. Trump ha dato pochi segnali di voler ridurre il protezionismo, e c’è il rischio che i mercati stiano di nuovo peccando di ottimismo.”

Sterlina in difficoltà con un outlook debole

In Europa, il cambio GBP/USD è sceso dell’1% a 1,2763, vicino al minimo di un mese toccato di recente, mentre i trader stanno iniziando ad abbandonare la valuta britannica.

“Penso che questo contesto sia semplicemente terribile per la sterlina: un enorme debito, limiti fiscali già tesi e tutte le speranze riposte in un aumento drammatico della crescita e della produttività,” ha dichiarato un trader di JPMorgan in una nota lunedì.

E le prospettive di crescita non sembrano particolarmente promettenti.

Deutsche Bank ha previsto martedì un lieve rimbalzo del prodotto interno lordo del Regno Unito per febbraio, con un +0,1% su base mensile, dopo una contrazione dello 0,1% registrata a gennaio.

Nonostante queste previsioni, Deutsche Bank riconosce che i rischi restano sbilanciati verso il basso, in particolare a causa dei dazi imposti da Trump.

Secondo la banca tedesca, questi dazi potrebbero causare un impatto negativo sul PIL compreso tra 0,3 e 0,6 punti percentuali.

Il cambio EUR/USD è salito dello 0,1% a 1,0968, con la moneta unica non lontana dal massimo di sei mesi toccato la scorsa settimana.

I membri dell’Unione Europea voteranno mercoledì sulle contromisure contro i dazi statunitensi.

La Commissione Europea, che coordina la politica commerciale dell’UE, ha preparato una lista di importazioni dagli Stati Uniti per un valore di 21 miliardi di euro, e intende ridurla a beni per 18 miliardi di euro su cui imporre i dazi.

Yuan in ulteriore calo

In Asia, il cambio USD/JPY è salito dello 0,1% a 147,14, con lo yen giapponese in ritirata martedì, ma ancora vicino ai massimi recenti grazie alla persistente domanda di beni rifugio.

Il cambio USD/CNY è aumentato dello 0,4% a 7,3349, con lo yuan cinese sceso al livello più debole da ottobre 2023.

Lunedì, Trump ha minacciato di imporre un ulteriore dazio del 50% alla Cina, qualora Pechino non ritirasse i dazi di ritorsione del 34% sui prodotti statunitensi.

Ma Pechino ha condannato la minaccia di Trump, avvertendo di essere pronta a “combattere fino alla fine” in caso di guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti.

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